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Opera artistica nel nucleo di Brè

20 settembre 2021
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Leggo e vedo su laRegione di giovedì 16 settembre scorso la foto di un lavoro di Livio Bernasconi (1932). Un’opera che sarebbe stata criticata. Ma da chi, e sulla base di quali motivazioni?

Si tratta secondo me di un lavoro rappresentativo di uno dei nostri più interessanti artisti ticinesi. Un intervento essenziale il suo (spinto agli estremi per forma e colori) che riesce comunque a far dialogare – a mettere in tensione e valorizzare – l’ambiente circostante in modo egregio, arricchendo di valore estetico uno spazio e una costruzione urbanisticamente e architettonicamente “poveri”, ma dignitosi. Com’erano d’altronde i manufatti spontanei ma sobri (et pour cause) della “civiltà” contadina. Di una civiltà rurale che non poteva concedersi sprechi, o il lusso di costose decorazioni, d’inutili superflui orpelli.
Rimane pacifico che se tutti gli interventi artistici nel nucleo di Brè fossero stati di questa natura poetica la cosa non avrebbe funzionato. Ma dopo tutto quello fin qui fatto, nelle varie forme espressive, il rigore di quest’opera acquista una logica pure etica. Un modo anche questo di far cultura. E con rigore. Che in mezzo a tutto il bailamme che ci circonda non mi sembra oggi cosa da poco.

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