laR+ I dibattiti

Vivere la città

Vivere la città può significare che passando tutti i giorni su un certo percorso con occhi attenti e sperando di incontrare qualcuno con cui scambiare qualche opinione, ci si accorge anche dei più piccoli cambiamenti. Passando tutti i giorni sul solito percorso sbirciando tra le vetrine, noti cosa ti offrono, cosa ti attira e qual è l’ultima offerta della farmacia per farti star bene, ti incuriosisce il cestino esposto di scarpe offerte in saldo.

Passando tutti i giorni sopra i dadi di porfido rosso e quelli di granito che segnalano la memoria, ti rendi conto (tutte le volte) quanto è stato distrutto dalla città, cosa stava sotto e sopra quelle vestigia (ricordo la Piazza del Sole e la sparizione del ponte levatoio). Ora mi viene in mente… ma non era proprio lì, sopra i dadi rossi e grigi, prevista una zona d’incontro? Per riesumare un po’ di memoria, direi oggi? Sarebbe stata una cosa positiva, forse, quella della memoria. Ma tre anni sono passati e nulla è cambiato. Forse come luogo d’incontro basta lo spazio di Piazza Governo attorno alla foca: lì c’è verde, ombra, panchina, acqua e vista sul governo.

Dopo questa fermata momentanea di memoria, continuo il mio percorso quotidiano e mi avvio verso piazza Nosetto. Nel momento in cui intravedo una tenda che copre praticamente via Teatro passa il sindaco, ciao Mario gli dico e tengo per me il “cristonare” davanti a lui. Proseguo rimuginando, che strano mi dico, fino a ieri non c’era, la tenda. Arrivata all’altezza della Collegiata immagino (mi piace sognare) un viale verde con alberi meno striminziti e aiuole che danno loro da bere, cercando nella mia immaginazione la realizzazione del concetto di alberatura nella città (a proposito non c’era una commissione che doveva studiare la gestione del verde?).

Quando torno mi imbatto nella brutta (perché è brutta per davvero) tenda di via Teatro e allora reagisco: possibile, mi dico, non siamo nel centro storico, dove si dovrebbe… mah, centro storico che ormai ha perso ogni caratteristica, con l’ultima trovata di autopostali che passano in pieno centro per imboccare il vicolo… ma lascio perdere, questo è fatto, ma almeno la tenda non si poteva evitare? Il centro storico non merita forse altro? Più rispetto di memoria storica e pure di conoscenze magari?

La città (attraverso i suoi rappresentanti) non si occupa più da tempo con serietà, professionalità, sapere per preservare e valorizzare quel che resta del suo centro storico. Altro che mettere cartelli di come comportarsi con il cane. Altro che mettere vasetti di fiori sulle facciate. Altro che mettere i castelli (evito espressamente la parola fortezza) in lego.

Di questo decadimento e impoverimento generale basta osservare e percorrere la città parlando con i cittadini che si incontrano (non solo in via Teatro)… basta vivere la città per rendersene conto e fare qualche considerazione. Chiedersi ad esempio dove sono i preposti alle varie pianificazioni, cosa ne è dell’applicazione di leggi decreti e norme, che permettono o non permettono determinati interventi. Il perché di licenze concesse e quelle non concesse. Restano in uffici dietro le macchine (computer intendo) senza accorgersi o vedere cosa capita in città, i preposti? E domandarsi perché non si arrivi finalmente a una politica urbana degna di questo nome che sia comprensiva non solo per il centro bensì per la città aggregata.