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Quando la memoria non ricorda

Di queste settimane la commemorazione per la Shoa sotto forma di sei milioni di vittime innocenti nel corso della Seconda guerra mondiale. Tutti condividono l’importanza della memoria per le vicende che hanno incrociato i destini del popolo ebraico e le celebrazioni del 27 gennaio. Storicamente utile e corretto sarebbe però anche che la memoria non dimenticasse altri 50 milioni di persone uccise nei tragici sei anni di quella guerra. 20 milioni di russi (sette in operazioni militari), sei milioni di polacchi (il 20% della popolazione totale di quella nazione!), un milione e mezzo di jugoslavi, 620’000 francesi, 300’000 italiani, 390’000 inglesi e 180’000 americani. Tanto della memoria quanto della storia è compito ricordare anche i morti con passaporto tedesco: un milione e mezzo in operazioni militari, due milioni dispersi e un milione e mezzo di prigionieri, molti dei quali morti in campi di concentramento.

La storia è di tutti, il diritto alla memoria anche, ma poi… Ma poi le amnesie dei giorni nostri, con i leader del governo d’Israele che conducono oggi la/e loro guerra/e, come scritto dallo storico Andrea Ghiringhelli su questo giornale, “con la brutalità di chi il passato l’ha dimenticato, distinguendosi nei massacri indiscriminati degli indifesi: fra i 50/70mila uccisi nella Striscia di Gaza, la maggioranza sono anziani e donne e poi i cento bambini uccisi ogni giorno”.

Le strategie, i metodi e i numeri del conflitto, del massacro e dello sterminio scatenati dal governo israeliano in questi 15 mesi, sono quelli di chi vuole l’annientamento di un altro popolo e pianifica la nascita di un nuovo Stato, la Grande Israele. Ciò avviene con il sostegno del presidente Usa Trump che vorrebbe “ripulire la Striscia”(!) per “creare una nuova Riviera del Medio Oriente” e già tratta per la deportazione di tutti i palestinesi sopravvissuti in Egitto e Giordania, dimenticando…

Dimenticando che dal 1939 al 1945 la Germania nazista mirava all’espansione territoriale, al consolidamento di una nazione pura, all’eliminazione del popolo ebraico e di altri gruppi considerati nemici, con Hitler e Himmler a sostenere e approvare folli piani di deportazione degli ebrei europei sopravvissuti in Madagascar o in qualche altra colonia africana.