Il contributo di Patrizio Fenini, pubblicato su laRegione nei giorni scorsi presenta una narrazione storica distorta, ignorando fatti fondamentali e omettendo il contesto cruciale della nascita dello Stato di Israele e della tragedia che colpì gli ebrei nei Paesi Arabi.
Il Piano D: un Piano Difensivo, non di Espulsione. L’autore descrive il Piano D come un progetto per la “pulizia etnica” della Palestina, un’affermazione falsa. La realtà storica è ben diversa: il Piano Dalet (o Piano D) fu un piano militare elaborato dalla Haganah nella primavera del 1948 per difendere la comunità ebraica dagli attacchi arabi. Benny Morris, storico spesso citato, ha chiarito che non vi fu un ordine generale di espulsione, ma un esodo causato dalla guerra e da operazioni militari difensive. Il Piano D nacque in un contesto di attacchi continui degli arabi contro insediamenti ebraici, kibbutz e città. Dopo la risoluzione Onu del 1947 sulla spartizione della Palestina, le milizie arabe intensificarono le incursioni per impedire la nascita dello Stato di Israele. Ogni Paese inclusa la Svizzera ha un piano strategico militare di difesa.
Cinque Eserciti Arabi Contro Israele. La Verità della Guerra del 1948. Fenini omette un dettaglio fondamentale: il 15 maggio 1948, il giorno dopo la dichiarazione d’indipendenza di Israele, cinque eserciti arabi – Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq – invasero il neonato Stato per annientarlo. Questa non fu una guerra di “resistenza palestinese”, ma una vera aggressione. La Lega Araba invitò la popolazione araba della Palestina a lasciare temporaneamente le proprie case, con la promessa di un rapido ritorno dopo la vittoria. Ma la guerra si concluse con la sconfitta araba e la creazione dello Stato di Israele. Come in ogni conflitto, vi furono sfollati, ma che vi sia stata una pulizia etnica pianificata è una menzogna.
E gli Ebrei Espulsi dai Paesi Arabi? Un aspetto che Fenini ignora totalmente è l’enorme esodo forzato di quasi un milione di ebrei dai Paesi Arabi dopo il 1948. Comunità ebraiche millenarie in Iraq, Egitto, Siria, Yemen e Nord Africa furono spazzate via da pogrom, espropri, stupri e massacri. Questi profughi, a differenza di quelli palestinesi, non hanno ricevuto mai status di rifugiati perpetui né aiuti internazionali: sono stati accolti da Israele e integrati.
Strumentalizzare il Giorno della Memoria. Fenini accusa l’Associazione Svizzera-Israele di “dimenticare” le vittime non ebree dell’Olocausto, ma è una critica pretestuosa. Nessuno nega la tragedia delle altre minoranze perseguitate dai nazisti o dai Paesi socialisti-communisti, ma il Giorno della Memoria nasce per ricordare la Shoah, un genocidio sistematico che colpì in modo unico gli ebrei. Accusare Israele di usare il Giorno della Memoria per scopi politici è voler nascondere un problema reale: l’antisemitismo crescente in Europa.
L’articolo di Fenini distorce i fatti per alimentare un pregiudizio ideologico. La storia va analizzata nella sua complessità, senza faziosità. La nascita di Israele e il conflitto arabo-israeliano sono vicende intricate, ma negare la legittimità di uno Stato e la realtà dei fatti non è giornalismo: è mentire sapendo di mentire.