laR+ I dibattiti

Il solito doppio standard

C’è un vecchio detto che recita: “I filosofi interpretano il mondo, ma il problema è quando lo fanno male” (Karl Marx, 1845). L’articolo di Virginio Pedroni pubblicato su laRegione il 28 gennaio ne è un perfetto esempio. Con un tono apparentemente pacato e riflessivo, cerca di presentare una visione “equilibrata” del dibattito su Israele e la Giornata della Memoria, ma in realtà finisce per minimizzare l’antisemitismo e giustificare il solito doppio standard contro Israele.

La protesta non era pacifica: era violenta e intimidatoria e Pedroni dipinge la manifestazione davanti al LAC come una “protesta contro la politica di Israele”. Ma la realtà è ben diversa. I manifestanti hanno aggredito verbalmente e fisicamente il pubblico creando un clima intimidatorio. 1’000 persone donne bambini e anziane venute a commemorare la Shoah, sono state insultate solo perché osavano entrare a un concerto.

Non si trattava di una critica politica, ma di un attacco mirato alla memoria ebraica: la scelta di contestare un’orchestra israeliana durante la Giornata della Memoria non è casuale, è parte di una strategia per delegittimare Israele e il suo diritto di esistere. Se una protesta con insulti e tentativi di bloccare l’ingresso non è violenta per Pedroni, allora il problema non è la realtà dei fatti, ma la sua volontà di minimizzarli.

La sinistra si è autoesclusa per paura e ideologia e Pedroni insinua che la Giornata della Memoria sia dominata da figure di destra, ma omette un dettaglio cruciale: la sinistra si è rifiutata di partecipare. Molti esponenti della sinistra hanno scelto di non arrivare all’evento per paura di essere attaccati dalle proprie frange radicali. Questa ricorda i tempi bui del comunismo. La sinistra ha boicottato eventi israeliani, ma partecipa tranquillamente a iniziative organizzate da regimi teocratici come Cuba, Cina, Russia. Questa ipocrisia dimostra che il vero problema non è la “politicizzazione” della Shoah, ma il rifiuto ideologico di riconoscere Israele e sostenere regimi scadenti.

L’errore più grave dell’articolo è la tesi secondo cui sarebbe un errore associare la Shoah al sionismo perché il sionismo è “controverso”. Il sionismo non è controverso: è il diritto del popolo ebraico all’autodeterminazione, riconosciuto dal diritto internazionale. Senza la Shoah, la necessità di uno Stato ebraico non sarebbe mai stata riconosciuta. Separare le due cose è un errore storico. Oggi l’antisemitismo si maschera da antisionismo: chi attacca Israele non lo fa per criticare un governo, ma per negare il diritto degli ebrei a un loro Stato (Martin Luther King).

Pedroni sostiene che Israele sia attualmente sotto accusa per crimini contro l’umanità. Tuttavia, questa è un’affermazione grave che, senza una sentenza da parte di un tribunale internazionale riconosciuto è diffamatoria. Non esistono al momento condanne definitive che possano supportare questa dichiarazione. Pertanto, presentare tale accusa contribuisce a una narrazione che rischia di alimentare il pregiudizio contro Israele. L’Orchestra Filarmonica Israeliana è una prestigiosa istituzione culturale che rappresenta la musica e l’arte, non la politica. Il boicottaggio del concerto di quest’orchestra è un atto che richiama tristemente i momenti più bui della nostra storia, quando si censurava la cultura e se bruciavano i libri.