In occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria, una data simbolica che celebra la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz nel 1945, si è osservato una crescente campagna di delegittimazione di questa ricorrenza. Questo atteggiamento, alimentato da una parte di politici di sinistra, giornalisti ideologizzati e gruppi estremisti, non solo mette in dubbio gli orrori dell’Olocausto, ma favorisce pericolosamente la crescita dell’antisemitismo.
La memoria dell’Olocausto è oggi strumentalizzata da chi, nel nome della Palestina, cerca di equiparare i crimini nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale (sei milioni di ebrei trucidati nelle camere a gas) con le azioni di Israele nei confronti di Hamas, Hezbollah e altri gruppi terroristici. Questo paragone non è solo storicamente falso, ma è profondamente ingiusto e irreale. Israele, Stato democratico e unico rifugio per il popolo ebraico in una regione ostile, viene etichettato come “Stato terrorista” e “di apartheid”, alimentando un odio non solo contro il Paese, ma contro gli ebrei di tutto il mondo.
Gli attacchi contro il Giorno della Memoria e le celebrazioni a esso legate sono un esempio di questo clima di odio. In Svizzera, a Lugano, un’associazione anonima pro-Palestina ha protestato contro il concerto della Israel Philharmonic Orchestra, diretto dal maestro israeliano Lahav Shani, organizzato al Lac in collaborazione con l’Associazione Svizzera-Israele. Questo evento, volto a commemorare le vittime dell’Olocausto, è diventato bersaglio di accuse e manifestazioni che cercano di collegarlo al conflitto in Medio Oriente. Oltretutto ormai da settimane è entrata in vigore la tregua e dunque non c’è più alcun conflitto tra le parti.
Il Giorno della Memoria, fra l’altro, non ha nulla a che vedere con la politica israeliana o con la guerra a Gaza. E vale la pena ricordare che a scatenare le ostilità è stato il terribile attacco di Hamas il 7 ottobre 2023, in cui 1’200 israeliani sono stati brutalmente uccisi, donne violentate, famiglie bruciate vive, e centinaia di persone, tra cui bambini, rapite.
La narrazione distorta di certi giornalisti e politici è oltremodo pericolosa. Essa contribuisce ad alimentare l’antisemitismo, come dimostrano i numerosi episodi di violenza contro gli ebrei nel mondo, Svizzera compresa. Il doppio standard è evidente: si demonizza Israele mentre si ignora la brutalità di gruppi terroristici e regimi oppressivi.
La memoria dell’Olocausto è un monito universale contro l’odio, il razzismo e il genocidio. Sminuirla o attaccarla è un affronto non solo agli ebrei, ma a tutta l’umanità. E chi protesta contro un evento culturale che ricorda l’Olocausto, si rende protagonista di un atto vile e indegno di una società civile. E dunque bene ha fatto il Lac a confermare il concerto, e bene hanno fatto le centinaia di persone a partecipare a questa celebrazione, dimostrando che il ricordo degli orrori passati è più forte di qualsiasi ideologia divisiva.