Sono riconoscente a Ivo Silvestro per il suo commento nel quale, riferendosi alla politica, nazionale e internazionale, evoca, direi invoca o perlomeno auspica, un recupero della temperanza, non per conformismo, precisa l’autore, ma per costruire uno spazio pubblico. Quella polis di equilibrio e autocontrollo che per i greci era fondamentale. Come del resto le altre virtù cardinali credo io. Ma la temperanza – giusta la disquisizione che fa Silvestro delle virtù – è particolarmente da evocare in questo tempo, caratterizzato da comportamenti, sia in politica che nella società, di non rispetto dell’altro come persona e, per conseguenza in politica, anche di non rispetto del ruolo. Nel caso estremo del presidente degli Stati Uniti d’America, nel non rispetto di tutto e non mi spiegherò mai il “deserto di virtù” che lo ha issato su quel trono.
Ma restiamo pure alle nostre latitudini. E ritorniamo sull’ultima frase dell’articolo in discussione che contiene un incitamento: “Dimostrare che la temperanza non è una debolezza ma al contrario una forza”. Una sfida giusta da accettare ma come fare a renderla operativa nel mondo che ci ritroviamo? Non dimentichiamo che l’ostilità verso un politico o una politica (in questo ultimo caso più virulenta) risveglia gli appetiti del branco sia all’interno dell’Istituzione che all’esterno. All’interno perché si ravvisa in queste situazioni il profitto personale che se ne può ricavare, all’esterno perché sotto la brace cova quell’odio verso i politici che ha solo bisogno di una scintilla per divampare (l’odio verso i politici sta diventando un tema anche nel nostro Paese). Gli episodi che la dimissione di Viola Amherd dal Consiglio federale hanno portato alla luce non sono certo testimoni di un Consiglio federale temperante e collegiale (anche questa una virtù, oltretutto prescritta istituzionalmente ma ben poco osservata negli esecutivi). Come si spiega per esempio che, dopo aver portato avanti la questione Eu e poterne presentare i risultati alla nazione, Amherd sia stata esclusa dalla presentazione degli stessi ai media per volontà del Cf? Forse proprio per le virtù della temperanza che non le hanno permesso di difendersi? Perché l’equilibrio, la remissività, la gentilezza nell’intento di fare ciò che è giusto, in un mondo guidato dall’egoismo e dalla prevaricazione, si tramutano in debolezza. Lo dimostrano anche gli incitamenti alle dimissioni da parte delle anime nobili dei diversi partiti che dalla platea cercano le crepe dove insinuarsi. E si sa, quali esseri umani imperfetti – anche con la miglior buona volontà – nell’attuale complessità della politica, le crepe non si possono del tutto evitare.
Certo, la Fossa degli orsi a Berna non è lontana da Palazzo federale. Ma c’è una Fossa degli orsi in tanti altri luoghi. Fatta di lettere anonime, minacce, ricorsi, denunce alla Procura e alle Istanze superiori, raccomandate, insulti, connivenze, odio. Un repertorio di malevolenza nei riguardi di chi, per l’appunto, la temperanza e le altre virtù cardinali le vorrebbe onorare. Ed ha l’impudenza di provarci.