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Riforma fiscale: un po’ cornuti sì, mazziati no

L’espressione “cornuti e mazziati” non ha bisogno di spiegazioni. Ed è la prima che mi viene in mente se penso alla situazione fiscale ticinese. Da oramai 50 anni non siamo in grado di smuovere le aliquote di imposizione e oggi ci ritroviamo ad essere tra i peggiori cantoni sia per quanto riguarda la tassazione del capitale di previdenza (quello risparmiato per una vita), sia per quanto riguarda i buoni contribuenti. Ma non solo: al momento di tassare le eredità tra discendenti non diretti applichiamo aliquote che possono superare anche il 40% (un furto!) e per la deduzione delle spese professionali – che toccano tutti i lavoratori nel nostro cantone – siamo fra quelli messi peggio.

La (mini) riforma in votazione si prefigge in definitiva di correggere alcune storture del nostro sistema fiscale per rientrare nella media nazionale: né più, né meno!

Negli ultimi anni non solo hanno lasciato il cantone vari buoni contribuenti ma anche molti (davvero molti) cittadini del ceto medio al momento di ritirare il capitale previdenziale. Il Ticino, il suo fisco e i cittadini sono stati “cornificati” da queste categorie di contribuenti che hanno scelto altre regioni per pagare le loro imposte. L’obiettivo nell’interesse di tutti (ma proprio tutti) è quello di dare qualche argomento per trattenere questi cittadini in Ticino ed evitare che questi introiti vadano a finire in altri cantoni fiscalmente più attrattivi.

Per la tassazione dei buoni contribuenti con la riforma lasceremo le ultime posizioni per issarci attorno al 16esimo posto su 26 cantoni. Insomma, non diventeremo certo un paradiso fiscale, ma convinceremmo qualcuno in più a non spostarsi per pagare meno imposte. Anche per la tassazione del capitale di previdenza – plafonato al 3% – non ci isseremmo ai primi posti, ma ridurremmo l’incredibile divario che oggi sussiste già solo nel paragone con il vicino Canton Grigioni. Ricordiamo che per un prelievo di capitale previdenziale per una persona con un buon stipendio medio (nulla a che vedere con gli alti redditi) il costo fiscale in Ticino è ben più del doppio!

Ma vi è un altro, clamoroso, errore da evitare. In caso di rifiuto della riforma, il nostro bel cantone ma costoso da un punto di vista delle tasse, aumenterebbe di un altro 3% a tutti le imposte (!). Nel pacchetto della riforma è stato opportunamente effettuato un taglio delle aliquote che perlomeno compenserebbe questo aumento. Aumentare le imposte in un momento in cui tutti invocano la riduzione di affitti e premi di cassa malati per sgravare i cittadini sarebbe assurdo e paradossale.

Il 9 giugno la posta in palio è alta. Non diventeremo un paradiso fiscale e quindi un po’ cornuti probabilmente resteremo. Ma almeno mazziati (dal napoletano… “bastonare”) no. Un nuovo aumento di imposte per tutti non possiamo permettercelo. Per questa ragione invito a votare Sì alla riforma fiscale. Poiché questa sgrava (e soprattutto non bastona ulteriormente) proprio tutti i cittadini-contribuenti.

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