I dibattiti

Democrazia e clima

Il 2023 sarà sicuramente l'anno più caldo degli ultimi millenni. L'attuale accelerazione del riscaldamento significa che gli effetti del cambiamento climatico a cui stiamo già assistendo non potranno che aggravarsi nei prossimi anni.

Prima delle elezioni federali, il Senato ha esaminato una proposta di legge sul CO2 ulteriormente annacquata rispetto al 2021 e destinata a entrare in vigore solo nel 2025. Ha stabilito che fino a un terzo delle riduzioni delle emissioni sarà ottenuto tramite compensazione in altri Paesi, un sistema che, oltre ad essere tremendamente inefficace, indica quanto siamo disposti a scaricare le nostre emissioni altrove pur di non risolvere il problema in casa. Inoltre, Albert Rösti ha annunciato che la legge sul clima, che è stata ratificata da una votazione pubblica lo scorso giugno, non entrerà in vigore prima del 2025!

Purtroppo, la nuova composizione del parlamento federale sembra ancora più anti-ecologica di prima, poiché i cittadini sono stati nuovamente influenzati dalle tattiche allarmistiche dell’Udc che, con una campagna elettorale sostenuta da grossi finanziamenti, hanno ingigantito all’inverosimile problemi come l’immigrazione e i costi energetici. L’uso da parte dell’Udc di materiale elettorale con rappresentazioni discutibili dei cosiddetti pericoli dell’immigrazione ha ricordato altre campagne dell’Udc che incitavano all’odio verso l’altro. È un gioco sporco che non giova alla nostra democrazia o alla nostra pace sociale e che non rispecchia veri valori svizzeri come la tolleranza e la solidarietà. Inoltre, spaventare la popolazione con false proiezioni sui costi di una transizione energetica non aiuta a frenare le emissioni.

La consueta bassa affluenza alle urne in queste elezioni indica che molti cittadini non si aspettano nulla dai partiti per cambiare aspetti ingiusti della nostra società. Forse è arrivato il momento di puntare su altre forme di democrazia partecipativa.

In molti Paesi sono state introdotte assemblee dei cittadini a sorteggio sulla crisi climatica, spesso sostenute da fondi governativi, per incoraggiare i cittadini a discutere di questioni importanti. Dopo aver studiato la questione a fondo, le assemblee hanno sempre proposto ai politici soluzioni molto più radicali e socialmente giuste da quelle messe in atto in parlamento, ma poiché di solito le assemblee hanno solo un ruolo consultativo, i politici hanno potuto ignorare le loro proposte. È giunto il momento di conferire a loro, anche in Svizzera, uno status legislativo più solido. Dobbiamo subito dare alla nostra democrazia più mezzi per poter veramente creare le condizioni per una società più equa ed ecologica.

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