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Tanti nomi per il governo, ma...

(Ti-Press)
29 dicembre 2021
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Stando a un servizio pubblicato sulla ‘Regione’ dello scorso 24 dicembre (a pag. 8), il consigliere di Stato Manuele Bertoli potrebbe rivedere la sua preannunciata decisione di lasciare il governo alla fine della legislatura. Il giornale si diffonde poi in una lunga analisi su possibili candidature dell’area rosso-verde, nell’ipotesi di una lista comune dei due partiti. Da notare che il sindaco di Bellinzona, Mario Branda, che fino a poco tempo fa sembrava in “pole position”, è scomparso dai radar. D’altronde, Branda ha il difetto di essere uomo, e perciò ineleggibile per una parte del partito. È infatti praticamente escluso che i “compagni” accettino una candidatura “forte” che non sia femminile. Per questo, si parla solo di donne. Oltre a quello della “verde” Greta Gysin (cui, almeno visto dall’esterno, potrebbe aggiungersi l’ex coordinatrice del partito Michela Delcò Petralli), nell’articolo si fanno i nomi di Marina Carobbio Guscetti (già candidata più volte al Governo), di Pelin Kandhemir Bordoli e di Amalia Mirante, anch’essa già in lista per il Consiglio di Stato nelle ultime due occasioni. Va da sé che se davvero Bertoli decidesse di rinviare la propria partenza, le attese di chi ambisce a prenderne il posto andrebbero in fumo. Ma potrà egli ancora disdire quanto affermato più volte?

ll co-presidente del Partito socialista Fabrizio Sirica cerca poi di sviare l’attenzione dalla “battaglia sui nomi”, affermando che quel che conta sono gli obbiettivi politici, che a suo dire renderebbero possibile perfino un raddoppio in Governo della componente che ama definirsi “progressista”. Ciò che, al momento, appare tuttavia poco realistico.

Come si presenterà dunque il governo nel 2023? I due partiti “di centro”, Plr e Ppd, che Sirica vorrebbe esautorare, a meno di cataclismi, dovrebbero confermare i loro attuali rappresentanti, Vitta e De Rosa (per l’eventuale secondo seggio liberale, pur senza saperne nulla, si può azzardare il nome dell’ex candidata alla presidenza del partito Natalia Ferrara). Più difficile è fare previsioni sui due seggi attualmente detenuti dai leghisti. Fra Gobbi e Zali, il primo appare più popolare, dunque più vicino a una conferma. Ma non si sa mai. Nessuno può escludere una sorpresa, come nel 2015. In ogni caso è difficile che l’Udc, pur se in ascesa, riesca con propri esponenti – Marco Chiesa o Sergio Morisoli – a estromettere un consigliere di Stato in carica.
I potenziali “ministri” sono dunque molti. Tirando le somme, non è però da escludere, se Bertoli non si ritira, la conferma in blocco dell’attuale compagine. Che ciò sia un bene o un male, è naturalmente opinabile. A me sembra comunque l’ipotesi più probabile.

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