I dibattiti

Gli aiuti ai media e il futuro di tutti

Un sì popolare permetterà di salvaguardare in Ticino un importante indotto e una sana pluralità delle fonti d’informazione

(Ti-Press)

Il prossimo mese di febbraio il popolo svizzero sarà chiamato a esprimersi sul sostegno transitorio di sette anni ai media. Si tratta di un intervento necessario per superare questa fase difficile legata alla trasformazione digitale e acuita dalla crisi legata al coronavirus che sta mettendo sotto grande pressione il settore dei media. Il dibattito a livello nazionale è lanciato e sarà sicuramente vivo con fronti contrapposti. Da un lato chi sostiene la necessità di una pluralità delle fonti di informazione a garanzia di una libertà d’opinione, dall’altro chi contesta l’intervento dello Stato in un settore importante come quello dei media.

Alle nostre latitudini, merita un’attenzione particolare la conseguenza di un’eventuale bocciatura di questo sostegno transitorio. Il nostro Cantone da tempo è caratterizzato da un’importante densità di presenza dei media. Questa caratteristica ha varie ragioni, una delle quali legata alla particolarità di essere una minoranza linguistica concentrata in un Cantone. Nel corso degli anni, la progressiva avanzata dei media digitali, caratterizzata anche dalla presenza di colossi mondiali, ha cambiato il panorama mediatico e le modalità di fruizione dell’informazione con conseguenze anche sul mercato pubblicitario. I cambiamenti nel nostro Cantone sono stati importanti, con la concentrazione di testate e un riassetto di alcune realtà editoriali. La crisi generata dal coronavirus ha contribuito ad accelerare la pressione sul settore, con un crescente utilizzo degli strumenti digitali e un’ulteriore pressione sul mercato pubblicitario, fonte importante di introiti. A questi fattori si aggiunge un repentino problema nell’approvvigionamento della carta con relativo aumento del suo costo che ha ulteriormente creato pressione e difficoltà in particolare alla stampa scritta.

Stiamo parlando in termini generali di un settore, quello dell’editoria e del relativo indotto, che nel nostro Cantone occupa all’incirca 2’000 persone. Il voto di febbraio sarà dunque uno spartiacque importante che interesserà da vicino la Svizzera italiana e la sua varietà mediatica. Qualora la popolazione dovesse confermare il sostegno transitorio proposto dal Parlamento federale, il settore avrà l’opportunità di superare questo difficile momento e allo stesso tempo di accelerare ulteriormente la trasformazione digitale in corso. Sarà dunque la popolazione svizzera a decidere se offrire questa possibilità al settore. Il nostro Cantone sarà molto interessato dall’esito di questo voto. Un sì popolare permetterà all’intero settore di guardare al futuro con rinnovato ottimismo e alla Svizzera italiana di salvaguardare un importante indotto e una sana pluralità delle fonti d’informazione.

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