I dibattiti

In difesa di Chiesa e contro le analisi un tanto al chilo

Le città governate dai rossoverdi stanno scavando un enorme fossato nel nostro Paese e il Plr ha perso consensi perché si è adagiato sulla sinistra

Marco Chiesa (Ti-Press)

Ho letto di recente il confuso articolo ‘Città-campagne: l’Udc distorce’ del già presidente Plr di Mendrisio, avvocato Luca Maghetti, relativo al discorso del primo agosto del presidente nazionale Udc Marco Chiesa (su ‘laRegione’ di sabato scorso). Non è difficile definirlo come un’analisi un tanto al chilo. Non accorgersi che le città governate dai rossoverdi stanno scavando un enorme fossato nel nostro Paese conferma una visione miope delle dinamiche in atto in Svizzera. In queste città proprio il Plr ha perso il maggior numero di consensi perché la sua politica si è adagiata su quella assistenzialista e buonista della sinistra, perdendo di fatto i veri valori liberali e la rappresentatività del cittadino contribuente. Basti guardare poi alle votazioni federali, quella sulla legge sul CO2, con i due rappresentanti ticinesi al Consiglio nazionale pronti a schierarsi per più tasse e divieti contro gli interessi dei ticinesi, e forzatamente la base del partito a voltargli le spalle, per confermare la deriva in atto.

Non solo in questa votazione federale la spaccatura città-campagna è stata esemplare, ricordo le due estreme iniziative agrarie ma anche quella relativa alla caccia, quella per imprese responsabili e quella per fissare un limite alle residenze secondarie. È vero, al contrario, che nel nostro Ticino questo conflitto, come sottolineato da Chiesa, non è ancora deflagrato e ciò grazie al fatto che le città mantengono una qual certa maggioranza borghese. Tuttavia, guardando al Paese nel suo insieme, questo conflitto tra le politiche delle città rossoverdi e il suo impatto sui flussi economici non è certo l’Udc a scoprirlo. In un interessante articolo a firma del decano della facoltà di economia di Friborgo Reiner Eichenberger di settimana scorsa sono stati dati molti esempi di come le città stiano perdendo di vista il rapporto con la realtà e mettano sempre più sotto scacco le campagne.  

Questo tema inoltre investe anche il livello istituzionale. Non a caso i giovani socialisti e i Verdi hanno chiaramente affermato di voler abolire la maggioranza dei cantoni nelle votazioni popolari costituzionali regalando così tutto il potere decisionale ai grandi centri, col beneplacito di chi fa finta di non vedere o la colpevolezza di chi non se ne accorge.

Io, al contrario di Maghetti, devo ammettere di incontrare moltissimi liberali, liberali veri, delusi per le posizioni stataliste del proprio partito, osservo una guerra fratricida tra le due anime del partito per la presidenza nazionale e la costante perdita di consensi soprattutto nell’ambito di coloro che ogni giorno la ricchezza e il benessere del nostro Paese li creano e per questo motivo non condividono le lezioni paternalistiche verdi o le politiche tassatorie della sinistra. In questo senso l’unico partito che ha un discorso chiaro e lineare è solo l’Udc.

Tralascio in conclusione l’irrispettoso paragone con l’olocausto. Tali sciocchezze qualificano solo lo spessore della persona, purtroppo, e offendono i milioni di ebrei che hanno sofferto questa drammatica tragedia. Poco conta, se le riflessioni del signor Maghetti sono da un tanto al chilo e farcite di stereotipi infamanti, il dibattito in Svizzera, come dimostrato dalle centinaia di articoli a questo proposito, è lanciato e noi non ci sottrarremo al confronto democratico.

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