Comano

Riportare la piazza al centro di Comano

“Riportare la chiesa al centro del villaggio” è un detto francese, lo si usa quando le cose tornano al loro posto. Un detto che spesso mi viene in mente pensando a Comano.
Da tempo Comano, come moltissimi comuni della cintura della “Grande Lugano” sta vivendo il fenomeno del “paese dormitorio”. Abitare in un paese senza viverlo davvero. Negli ultimi vent’anni a Comano la popolazione è cresciuta di diverse centinaia di unità. Nonostante questo, diversi servizi sono stati dislocati in altri comune e non sono pochi i ristoranti che hanno chiuso per mancanza di clienti. Inoltre, durante la pandemia è emerso in maniera preoccupante come la solitudine e l’isolamento, sintomi di un impoverimento della società. Eppure, Comano non è solo questo, anzi, ha molto da offrire; un carnevale molto seguito, un bosco meraviglioso, diversi parchi gioco, due splendidi nuclei, piazza Nag Arnoldi.
Come riuscire a evitare che Comano perda il suo senso di paese, ma al contempo mantenerlo attrattivo per le famiglie? È mia intenzione proporre iniziative per ritornare a un concetto di nucleo comunale concepito come polo d’incontro intergenerazionale, con l’idea di promuovere un’ampia offerta di servizi di prossimità, oltre a quelli che ci sono già. L’idea di fondo è quella di fare in modo che ognuno si senta responsabile del suo vicino sii senta parte del paese. Creare un concetto di cittadinanza attiva dove ognuno si sente parte di, con e per Comano. È necessaria una visione che accoglie un senso civico nuovo che si occupa dei giovani come degli anziani, che si prende carico delle famiglie e custodisca l’ambiente. Insomma, è tempo di “riportare la piazza al centro del villaggio”.

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