Ancora oggi, nonostante siano passati 6 mesi, passeggiando per il quartiere di Solduno si notano ancora ponteggi e teloni sui tetti delle case. Eredità distintiva della forte grandinata avvenuta il 25 agosto 2023 che ha causato ingenti danni nella nostra regione e costati oltre 7 milioni di franchi al nostro Comune. Quella sera sono caduti chicchi grandi come palline da golf che hanno distrutto auto, finestre, tapparelle, facciate, oltre a riempire le strade di fango, foglie e detriti. Un vero e proprio scenario apocalittico.
Di questo indelebile e ancora vivido accaduto, quello che mi ha destato maggiore preoccupazione è l’inefficacia e la carenza di preparazione del nostro Comune a rispondere a questo tipo di eventi. L’inefficienza nel supporto delle nostre e dei nostri cittadini, soprattutto nel quartiere di Solduno, mi ha lasciato perplesso. Un quartiere che si è sentito abbandonato. Ho visto persone, anche anziane, su tetti pericolanti che cercavano di stendere dei teloni per mettere un cerotto (bucato) ai danni causati dalla grandine. Ho visto gente che ha dovuto abbandonare la propria abitazione in fretta e furia, senza sapere quando sarebbe potuta tornare a casa. Inoltre, le dichiarazioni rilasciate sui media dal capodicastero Ambiente, territorio e sport non hanno aiutato a rassicurare la popolazione, anzi hanno aumentato la rabbia e la frustrazione, in una situazione già difficile. L’invito a essere “più proattivi verso l’Amministrazione comunale” mi è sembrato poco sensibile in quel momento. Infatti, i nostri cittadini hanno mostrato grande senso di solidarietà e, in assenza del Comune, si sono rimboccati le maniche e hanno cercato le soluzioni, anche se provvisorie, per mitigare la situazione.
È inutile piangere sul latte versato, ma mi chiedo se in futuro la nostra città sarà pronta ad affrontare di nuovo eventi di tale portata, che a causa dei cambiamenti climatici saranno sempre più frequenti. È quindi importante farsi trovare pronti se dovesse accadere di nuovo.
La mia proposta è quella di creare uno ‘stato maggiore’ in caso di eventi eccezionali causati dalla natura, composto dai servizi comunali, pompieri, Protezione civile, associazioni di volontariato e da esperti (geologi, meteorologi, ingegneri), ma anche di privati (aziende e cittadini), che sono sicuro sarebbero volentieri a disposizione. Questa struttura avrebbe il compito di pianificare in modo dettagliato le azioni in diversi scenari (alluvioni, grandinate, frane); coordinare le risorse; comunicare in modo accurato con i cittadini (linee telefoniche d’emergenza); monitorare l’evoluzione degli eventi (meteo, sensori, droni); evacuare e assistere le vittime e ripristinare i danni nelle aree colpite.
Sembra forse esagerato e spero non risulti più necessario, ma credo che sia fondamentale essere pronti a reagire e soprattutto investire in opere atte ad arginare le conseguenze catastrofiche causate da eventi del genere, dal quale non siamo al sicuro.