Dib. Elettorale

Ppd, perché?

12 marzo 2019
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La campagna elettorale per le elezioni cantonali del 2019 sta raggiungendo i suoi momenti più intensi: gli uscenti in corsa si ripropongono affidando alla memoria degli elettori solo alcuni episodi dell’attività passata e i candidati alle prime armi sono impegnati nell’arduo compito di farsi conoscere.
Quali argomenti riescono ad andare oltre? Perché, si chiede il cittadino, ci sono tante liste? Di che cosa ha bisogno il nostro cantone in questo preciso momento storico?
E tra la moltitudine di posizioni, situate su una linea tra la sinistra e la destra o su uno scacchiere multidimensionale, quali risposte può scovare il cittadino nel suo sforzo di identificare la giusta lista a cui affidare voto e fiducia? Dove stanno ideali e visioni forti per il futuro immediato e per la creazione di basi solide per il medio termine?
Ora sento riecheggiare la domanda del nostro presidente cantonale a tutti i candidati presenti sulla nostra lista: “Perché il Ppd?” e quindi tento alcune risposte.
Una delle radici della nostra storia di partito è da ricercare nella dottrina sociale della Chiesa, generata dall’enciclica Rerum Novarum (cioè “delle cose nuove”); altre radici sono da ritrovare nella storia della nostra Terra, nella quotidianità delle famiglie nate e cresciute nel nostro cantone, e anche nelle storie di tutti coloro che sono arrivati e hanno scelto di rimanere; e altre, nella storia stessa del partito, nell’impegno di tutti coloro che hanno assunto responsabilità piccole e grandi; e anche nel lustro che, in campi diversi dalla politica, alcuni personaggi hanno saputo conquistare.
Perché una dottrina sociale? Perché nei momenti importanti della Storia umana, tra sviluppi incontrollati e tensioni, tra creazioni di ricchezze e sconforti continui e ripetuti di chi era parte del progresso senza però riuscire a beneficiare dei vantaggi, una voce forte si è levata per richiamare l’umanità ai valori essenziali della dignità e del rispetto, della fratellanza e dell’impegno reciproco e costante. Quindi non una scelta di campo, ma un insieme di ideali superiori, di fronte alle cose nuove, alle sfide del progresso, all’apparire di nuove macchine e idee e forze creative.
Verrebbe da dire che in questa campagna elettorale, di fronte a tensioni fin troppo personali e regionali, ancorate a piccole cose, intente, è vero, alla salvaguardia di diritti e di equilibri finanziari, qualcosa di più dovrebbe emergere: un andare a fondo per riscoprire le peculiarità della nostra Storia, del nostro essere qui e ora, per levare uno sguardo coraggioso e fiducioso da condividere con la generazione attuale e le generazioni future.
I partiti con un pò di storia e i novelli raggruppamenti trovano spazio (o lo cercano) su di un arco che registra un certo affollamento lungo gli schieramenti laterali: il centro risulta poco abitato, meno attraente. È difficile convincere l’elettorato! Più facile il gioco delle ali, perché è piú facile cercare e trovare dei colpevoli responsabili dei mali che affliggono la nostra società. Gli esempi abbondano e c’è posto per tutti, dai clandestini ai finti invalidi, dagli imperialismi di ogni genere e forma ai politici corrotti e incapaci, dalla politica monetaria praticata in altri Stati agli zerbini nostrani, dai giornalisti al soldo di qualche potente locale alle famiglie che monopolizzano la politica cantonale dell’ultimo secolo. E ricordando i giochi dei bambini, di noi tutti da bambini, ci deve sempre essere un colpevole “è stato lui a cominciare” nel momento in cui il gioco non funziona più. Ora la necessità di un centro forte, di un partito forte in questo centro, nasce appunto da questo: il bisogno di una maturità, di una classe politica decisa e orientata al raggiungimento di ideali superiori e importanti, così da permettere una crescita qualitativa sicura e coerente, lo sviluppo di forze nuove e creative, la fiducia in un sistema scolastico e formativo che riesca a privilegiare la dignità di ognuno, l’incoraggiamento e il sostegno di ogni forma d’arte e di espressione del talento umano. Questo momento ci richiama a tutto ciò, perché sempre, nella Storia dell’Uomo, si parla “delle cose nuove”.

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