L'intelligence di Seul prevede un possibile invio di soldati nordcoreani nei prossimi mesi per supportare Mosca
La Corea del Nord potrebbe inviare truppe aggiuntive in Russia a sostegno della guerra del Cremlino contro l'Ucraina nei prossimi due mesi, a luglio o ad agosto. E' la valutazione dell'intelligence di Seul (Nis), ritenendo "probabile" tale sviluppo, fatta in un'audizione parlamentare a porte chiuse, nel resoconto della Yonhap in base a quanto riferito dai due deputati.<\/p>
Le nuove truppe si aggiungerebbero ai 5.000 operai edili militari e ai 1.000 genieri che il Nord avrebbe deciso di collocare nella regione russa di Kursk, ulteriore segnale dell'allineamento militare tra Mosca e Pyongyang, risultato dalla visita del segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergei Shoigu al leader Kim Jong-un all'inizio della scorsa settimana.<\/p>
Il Nis ha inoltre osservato che il Nord ha sostenuto la Russia fornendo oltre 10 milioni di proiettili di artiglieria, missili e armi a lungo raggio, ottenendo in cambio cooperazione economica e supporto tecnico da parte di Mosca. L'invio di truppe e il supporto bellico di Kim hanno contribuito "significativamente" agli sforzi della Russia, ha rilevato il Nis, aggiungendo che la Russia attualmente controlla circa l'81% delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Zaporizhia, Kherson e Luhansk.<\/p>
L'agenzia di intelligence ha poi affermato che gli 007 ucraini stanno sollevando la possibilità che la Russia possa lanciare un'offensiva tra luglio e agosto.<\/p>
Sulla recente situazione in Medio Oriente, il Nis ha messo in guardia contro un potenziale di un rinnovato conflitto tra Israele e Iran nonostante il cessate il fuoco. Israele potrebbe riprendere la guerra a seconda di valutazioni di politica interna, mentre l'Iran potrebbe anche rientrare nel conflitto per riaffermare la propria influenza dopo aver affrontato i disordini interni, ha aggiunto l'agenzia.<\/p>
In risposta, il governo sudcoreano sta rafforzando le misure di sicurezza per i suoi cittadini nella regione, mettendo in sicurezza le navi che operano nello Stretto di Hormuz e rafforzando il monitoraggio per potenziali interruzioni nelle catene di approvvigionamento di petrolio e altri beni critici.<\/p>