Estero

Reza Pahlavi annuncia il crollo imminente del regime iraniano

Il principe ereditario esiliato invita Khamenei a dimettersi e prevede una transizione democratica per l'Iran

23 giugno 2025
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"È l'ora del nostro muro di Berlino": da Parigi il principe ereditario Reza Pahlavi, leader dell'opposizione iraniana in esilio nonché figlio maggiore dell'ultimo scià dell'Iran, scommette sul crollo del regime degli ayatollah e in un avvenire laico e democratico per Teheran.

"Rapporti attendibili indicano che la famiglia di Khamenei e le famiglie di alti funzionari del regime si stanno preparando a fuggire dall'Iran. Il regime è allo stremo, oggi è più chiaro che mai che la Repubblica islamica sta crollando", sostiene in un video pubblicato sui social e ripreso dai media di tutto il mondo.

"Questo - aggiunge il sessantaquattrenne che in conferenza stampa si dice pronto a rientrare in Iran per guidare la transizione democratica - è il nostro momento del muro di Berlino, ma come tutti i momenti di grande cambiamento è pieno di pericoli. Siamo a un bivio. Una strada porta a spargimenti di sangue e caos, l'altra a una transizione democratica".

Quindi l'appello alla Guida suprema a gettare la spugna. "Ho un messaggio diretto per Ali Khamenei: dimettiti e se lo farai, avrai un processo equo, molto più di quello che tu abbia mai concesso ad un qualsiasi cittadino iraniano".

Intervistato da Bfm tv, una delle principali all news di Francia, Pahlavi ritiene che l'attuale situazione in Iran sia "un'opportunità" per il popolo iraniano di condurre una "sollevazione finale", eliminando una volta per tutte la Repubblica islamica al potere dal 1979. Per lui, oggi più che mai, "l'eliminazione totale di questo regime teocratico è la sola opzione possibile".

"Finché è al potere - avverte - nessun Paese, nessun popolo è al sicuro, sia esso a Washington, Parigi o Gerusalemme". Il figlio dello scià si spinge fino ad invocare la "diserzione" dei Guardiani della rivoluzione. "Ora che la nave sta affondando - dice - la porta è sempre aperta a chi vuole partecipare all'avvenire" dell'Iran dopo il regime", fatta eccezione per chi ha "le mani sporche di sangue".

E ancora: "Penso che nell'ottica di una riconciliazione nazionale, soprattutto per non fare come in Iraq, prepariamo un massimo di inclusività possibile sia nel quadro militare e paramilitare ma anche civile". A suo avviso un "elemento chiave" per l'avvenire democratico del Paese. Formatosi negli Usa come pilota da caccia, dall'inglese e francese impeccabili, Pahlavi sostiene un Iran alleato del mondo occidentale e dell'Unione europea.