Estero

Scoperta banda milanese dietro piattaforme di scommesse illegali

Cinque indagati, tra cui un ex arbitro, gestivano un giro d'affari con legami nel mondo del calcio

11 aprile 2025
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In due gestivano le piattaforme illegali di scommesse online, mentre gli altri tre amministravano una gioielleria che veniva utilizzata per regolare i conti delle giocate. Era ben organizzata la banda dei cinque - che ora rischiano di finire ai domiciliari - al centro dell'inchiesta della Procura di Milano su un presunto giro di scommesse illecite che vede indagati anche diversi calciatori di serie A.

Tutti milanesi, tra i 31 e i 45 anni, grazie alle conoscenze nel mondo del calcio di Pietro Marinoni, un ex arbitro ora indagato, compaesano del centrocampista del Newcastle Sandro Tonali, gestivano un ingente giro d'affari.

La "direzione" e il "coordinamento" di tutte le attività connesse alle scommesse illecite, secondo l'indagine che ha preso il via dalla trasmissione di un fascicolo dalla Procura di Torino, era affidata a Tommaso De Giacomo.

Tommy, come era chiamato dagli amici, 38 anni, gestiva le piattaforme illegali di scommesse e giochi betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com nonché siti di poker online come Texinho.com per la creazione dei profili dei giocatori. Comunicava le password di accesso agli scommettitori, caricava i conti di gioco, effettuava le scommesse sportive per conto di terzi. E teneva la contabilità dei debiti e dei crediti di ciascun giocatore, stabilendo anche i canali da utilizzare per i pagamenti.

Non meno importanti erano i compiti di Patrik Frizzera, 45 anni. Per l'accusa era lui ad abilitare i giocatori al poker online, creando delle 'stanze chiuse' protette da password e decidendo quindi chi ammettere o meno al gioco. Vero e proprio braccio destro di De Giacomo, che sostituiva in tutto e per tutto quando quest'ultimo era assente, teneva anche le relazioni economiche con i referenti della gioielleria Elysium Group per incassare i presunti proventi del reato.

Soci e amministratori della gioielleria sono invece Antonio Scinocca, 33 anni, Antonino Parise, 43 anni, e il 31enne Andrea Piccini, il più giovane dei cinque e attualmente dipendente della attività di cui il primo è il legale rappresentante. Erano loro, sempre secondo l'accusa, a simulare la vendita di gioielli, Rolex e altri orologi di lusso, in alcuni casi anche a fronte dell'emissione di fatture, ricevendo sui conti correnti della società con sede in Foro Bonaparte i bonifici a tre zeri dei clienti. Un escamotage, in realtà, per consentire ai giocatori di pagare i debiti di gioco.