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Rissa alla Camera, colpito deputato M5S: polemica infinita

Ad aggredire il parlamentare Leonardo Donno è stato il leghista Igor Iezzi. Schlein ricorda come nella stessa aula fosse stato appena ricordato Matteotti

Un momento della rissa
(X)
13 giugno 2024
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Le due riforme del centrodestra, premierato e autonomia, compiono un passo avanti verso l'approvazione, ma in un clima ad alta tensione, che culmina con una rissa alla Camera con un deputato pentastellato forse colpito da un leghista e portato fuori dall'Aula in carrozzina. Che i nervi siano a fior di pelle lo si capisce quando il deputato leghista Domenico Furgiuele fa il segno della X Mas rivolgendosi ai banchi delle opposizioni che ostentano il tricolore e cantano ‘Bella ciao’.

Un’anticipazione di quanto poco dopo si scatenerà: il deputato Donno cerca infatti di consegnare un tricolore al ministro Calderoli subito ‘protetto’ dai compagni di partito. E immediata si scatena una maxi-rissa a fatica domata dai commessi. A farne le spese è lo stesso Leonardo Donno finito a terra e minacciosamente circondato anche da altri parlamentari della maggioranza. Uno scontro impressionante le cui immagini sono circolate sul web. "Non passerete, vergogna" ha detto Giuseppe Conte, mentre Alessandra Maiorino ha parlato di "violenza squadrista".

Le due versioni

Tornata la calma iniziano le accuse reciproche. Donno annuncia di stare bene dopo un elettrocardiogramma spiegando la dinamica: "Ho preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come Mollicone, Candiani. Poi sono arrivati tanti altri, i commessi... io sono crollato, sentivo male al petto e facevo fatica a respirare".

Il leghista Iezzi invece smentisce ma non del tutto: "Ho provato a dare cazzotti, ma non l'ho colpito. Donno ha tentato di aggredire Calderoli e ho reagito. Io mi allontano e lui dopo cade come una pera. Andrebbe condannata la sua sceneggiata". La verità è ora all'esame del presidente della Camera Lorenzo Fontana: i filmati sono stati acquisiti e la seduta ovviamente sospesa.

"Non è possibile riprendere i lavori in questo clima di crescente violenza verbale e addirittura fisica", aveva infatti detto poco prima la segretaria del Pd Elly Schlein fuori dall'aula di Montecitorio subito richiamando alla memoria i pochi giorni passati dalla cerimonia per i cent'anni dall'omicidio di Matteotti.

Resta altissima la tensione in Aula alla Camera anche dopo la rissa. Oggi nuovi scontri, stavolta verbali, alla lettura del processo verbale: la maggioranza ha contestato che fosse una ‘aggressione al deputato Donno’, parlando genericamente di ‘disordini’ e ha votato contro il documento. Grida come ‘vergogna’, ‘Bella ciao’ e ‘fuori i fascisti dal Parlamento’, la replica delle opposizioni.

Al Senato tricolori sventolati dai banchi del centrosinistra durante l'esame del ddl sul premierato e Inno di Mameli cantato da
quelli della maggioranza.