Estero

Zelensky: ‘No alla Russia al vertice in Svizzera’

Il leader ucraino: ‘Mosca bloccherebbe ogni tentativo di pace’. Intanto Kiev annuncia l'arrivo dei ‘primi istruttori francesi’

Zelensky ospite in Spagna
(Keystone)
27 maggio 2024
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La Russia non siederà al vertice di pace in Svizzera del 16 e 17 giugno perché "bloccherebbe ogni tentativo di pace", dal momento che Mosca "non ha interesse alla pace", ha detto Zelensky nella conferenza stampa con l'omologo spagnolo Pedro Sanchez alla Moncloa. "Non vedremo la Russia lì perché bloccherebbe ogni tentativo di pace, è chiaro", ha detto Zelensky, auspicando che dalla conferenza, che vedrà la partecipazione di un centinaio di capi di governo, possa essere accordato "un documento" da presentare "a terze parti" e col quale "fare pressione sulla Russia".

"È importante che ci sia l'unanimità di tutti e che ottenga un consenso a livello globale, questa sarebbe la posizione più forte", ha osservato il presidente ucraino. Che si è detto disposto a valutare "tutte le possibili vie d'uscita" dal conflitto al vertice, che sarà "aperto alle proposte" di altri Paesi. Ma "basandoci su quanto già sappiamo", perché "non c'è bisogno di inventarsi nulla", ha assicurato.

Aiuti concreti da Parigi

I primi militari francesi metteranno ufficialmente piede in Ucraina in tempi brevi. Ad annunciarlo è stato il capo delle forze armate di Kiev, Alexander Syrsky, che ha reso noto un accordo con Parigi per l'invio di "istruttori". Ma è inevitabile che, dopo gli scenari per uno schieramento di truppe occidentali più volte evocato dal presidente Emmanuel Macron, la notizia alimenti i timori di uno scontro diretto tra la Nato e Mosca, accompagnandosi all'invito insistentemente rivolto dal segretario generale Jens Stoltenberg ai Paesi membri di dare il via libera all'Ucraina per colpire il territorio russo con i missili da loro forniti. Sono "già stati firmati i documenti che consentiranno presto ai primi istruttori francesi di visitare i nostri centri di formazione e di familiarizzare con le infrastrutture e il personale", ha scritto su Telegram Syrsky.

Macron: appoggeremo Kiev finché necessario

"Difenderemo l'Ucraina quanto a lungo sarà necessario e con l'intensità che sarà necessaria, la pace non può essere la capitolazione di Kiev", ha affermato Macron, senza fare riferimento all'annuncio ucraino. Mentre una portavoce del Ministero della difesa di Parigi, interrogata dall'Ansa, si è mantenuta vaga. L'invio in Ucraina di "istruttori militari è una pista sulla quale continuiamo a lavorare con gli ucraini, in particolare per comprendere le loro esatte necessità", si è limitata a dire. Parlando a Sofia, invece, Stoltenberg ha ribadito che l'Ucraina ha il diritto di colpire la Russia con missili di Paesi Nato, lamentando che Kiev attualmente "ha le mani legate a causa delle restrizioni all'uso delle armi" fornite dall'Occidente.


Keystone
Ancora bombe russe su Kharkiv

Il Cremlino: ‘La Nato in estasi militare’

Quando ancora la notizia dei militari francesi non era stata resa nota, e quindi riferendosi solo alle parole di Stoltenberg, il Cremlino aveva accusato la Nato di essere caduta in "uno stato di estasi militare", essendo ormai "coinvolta direttamente" nel conflitto e intenta ad "innalzare il livello dell'escalation". Ma le parole del segretario generale hanno provocato reazioni opposte all'interno della stessa Unione europea.

La Lituania, tra i convinti sostenitori della linea più dura verso Mosca, si è dichiarata favorevole all'uso dei missili occidentali contro la Russia, rilanciando l'accusa a Mosca di preparare "sabotaggi e azioni terroristiche in Europa", come aveva scritto tre settimane fa il Financial Times citando servizi d'intelligence occidentali.

Decisamente contraria l'Italia: "Non tocca a Stoltenberg decidere sull'uso delle armi, non è una sua competenza", ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, assicurando che l'Italia vigilerà perché le armi fornite a Kiev non vengano usate contro il territorio russo. Anche il premier spagnolo Pedro Sanchez, che con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato a Madrid un accordo bilaterale di sicurezza e promesso aiuti militari per 1,1 miliardi di euro, ha detto che non è previsto un uso di tali armi al di fuori dell'Ucraina.

La Polonia impone restrizioni

Intanto, l'Ungheria del premier Viktor Orbán, che tre giorni fa aveva denunciato preparativi per "l'entrata in guerra dell'Europa", ha posto il veto al 14esimo pacchetto di sanzioni della Ue contro la Russia. La Polonia, nel frattempo, ha annunciato restrizioni alla circolazione dei diplomatici russi nel Paese come risposta a quella che ha definito "la guerra ibrida contro l'Europa" di Mosca.

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