regno unito

Sunak: elezioni anticipate. Al voto il 4 luglio

La crisi dei Tories sembra non avere fine. I laburisti, dopo anni difficili, sentono profumo di vittoria: nei sondaggi hanno 20 punti di vantaggio

Sorriso tirato per Rishi Sunak
(Keystone)
22 maggio 2024
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Un voto in piena estate, con pochi precedenti nella storia, per decidere il futuro politico del Regno Unito. Rishi Sunak, 44enne premier e leader conservatore di riserva al tramonto di una legislatura quanto mai travagliata, ha rotto gli indugi: i britannici saranno chiamati alle urne il 4 luglio per decidere se suggellare la vittoria pressoché annunciata – sondaggi alla mano – del Labour neomoderato di sir Keir Starmer, o concedere il miracolo di un'altra chance alla logorata parrocchia Tory, reduce da 14 anni di un turbolento ciclo di potere segnato da Brexit, crisi, scandali, pandemie e scenari globali di guerra.

Accelerazione a sorpresa

L'accelerazione di Sunak - primo capo di governo della storia dell'isola figlio d'immigrati dell'ex colonia indiana, ma anche inquilino più ricco di Downing Street dell'era moderna - è arrivata tutto sommato a sorpresa, per quanto citata nel novero delle congetture mediatiche delle scorse settimane. Con un preavviso di poche ore, concretizzatosi dopo la risposta evasiva data nel Question Time del mercoledì alla Camera dei Comuni a chi gli chiedeva se avesse paura di un ipotetico voto estivo e l'ennesima indicazione vaga di una scadenza elettorale "nella seconda metà dell'anno".

Parole a cui è seguita la convocazione di un consiglio di gabinetto tutt'altro che ordinario, fra ministri richiamati in fretta e furia. Un'ora di riunione, conclusa con l'uscita di rito di fronte al portoncino di number 10 per la comunicazione ufficiale alla nazione dopo l'atto formale di un colloquio telefonico con Carlo III nella sua veste di capo dello Stato. "Ho parlato con Sua Maestà e il Re ha accolto la mia richiesta di far svolgere le elezioni generali il 4 luglio", ha detto Sunak sotto un cielo gonfio di pioggia, mentre a rovinare la sua coreografia ci si mettevano pure gli altoparlanti di un drappello di dimostranti laburisti radunatosi a pochi metri di distanza per far risuonare a tutto volume, a mo‘ di sberleffo, le note della canzone ’Things Can Only Get Better‘, inno della campagna elettorale che nel 1997 portò al trionfo Tony Blair.

‘Partita non chiusa’

Malgrado la spada di Damocle di sondaggi lugubri, che da mesi danno i Tories a 20 punti e passa dietro il Labour, Sunak ha cercato d'invocare l'orizzonte di una partita non del tutto chiusa. Dicendosi deciso a "lottare per ogni voto" con l'obiettivo di riguadagnare "la fiducia degli elettori"; rivendicando al suo governo di aver fatto "tutto il possibile per proteggere" il Paese dai contraccolpi di "sfide" descritte negli ultimi 4 anni come le più dure "dalla Seconda Guerra Mondiale", sotto l'ombra di tsunami globali quali la pandemia di Covid o le conseguenze "della guerra di Putin in Ucraina". Non senza sostenere di avere "un piano" per il contrasto "dell'immigrazione illegale" o la "stabilizzazione dell'economia". E rinfacciare al contrario al rivale Starmer di essere un opportunista pronto a "fare qualsiasi cosa per ottenere il potere".


Keystone
Il leader laburista Keir Starmer

La risposta di Starmer

Parole a cui sir Keir, argomentando quasi da premier in pectore in barba alla mancanza di carisma o all'immagine di beniamino dell'establishment rimproveratagli da settori della base militante della sinistra, ha replicato seccamente affermando che è tempo di "cambiare in meglio", alla terza elezione legislativa nel Regno dopo il referendum sulla Brexit che nel 2016 sancì il divorzio dall'Ue. E, cavalcando la stanchezza collettiva di fronte a un ciclo di potere fin troppo lungo per le tradizioni britanniche, ha accusato i conservatori di aver "lasciato il nostro Paese più insicuro" dopo 14 anni di governi e 5 primi ministri.

Intanto, fra i ribelli della destra Tory, c’è chi denuncia come "una pazzia l'azzardo di Rishi", date le previsioni demoscopiche attuali. Tutt'altro che persuasi dall'intenzione attribuita a Sunak di provare di giocare la carta del calo dell'inflazione fra le poche chance elettorali residue; o magari di presentare a breve la partenza di un primo volo di migranti verso il Ruanda come immagine simbolica della promessa stretta post Brexit ai confini senza dover affrontare probabili intoppi successivi. Mentre fra gli analisti, pochi giudicano realistico persino che egli possa limitare la portata di una disfatta forse già scritta.

Ora l'iter prevede la ratifica (scontata) dello scioglimento del Parlamento la settimana prossima, con un voto tecnico ai Comuni. Quindi 40 giorni di comizi destinati a culminare nel voto di luglio. Mese insolito per un'elezione politica, su cui incombe come precedente più noto quello del 1945: consultazione infausta per i conservatori, travolti niente meno che sotto la leadership di un gigante come Winston Churchill, fresco vincitore del conflitto mondiale, dal Labour di Clement Attlee. Presagio che getta ulteriore profumo di resa sulle speranze di Sunak.

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