il presidente argentino

Milei: ‘Io anarco-capitalista. Lo Stato è criminale’

A Roma per riallacciare i rapporti con il connazionale Papa Francesco: ‘Il comunismo mondiale deve tremare’

L’incontro tra Milei e il Papa
(Keystone)
12 febbraio 2024
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Anche a Roma si abbatte il ciclone Milei. L'eccentrico neopresidente argentino, nella giornata clou della sua visita in Italia, la prima in Europa, raggiunge il suo principale obiettivo diplomatico: riallacciare i rapporti con il suo connazionale più celebre al mondo, Papa Francesco.

Poi, prima di ripartire, rilancia sui social i messaggi dei suoi fan che leggono nella foto tra lui e Meloni la nascita di "un'alleanza strategica con una visione comune". "Trema il comunismo mondiale", riposta Milei. Una comunione di intenti che però sembra essere solo nella sua testa. Malgrado abbia detto di avere "il 75% di sangue italiano", "una passione incredibile per l'Opera" e una predilezione per l'Alitalia ("così potevo fare scalo a Roma", spiega), è stato accolto con prudenza al Colle.

Al termine della riunione con Sergio Mattarella e il ministro Antonio Tajani, il Quirinale non ha diffuso nessuna nota ufficiale, facendo trapelare solamente che è stato un incontro "informale, di cortesia e di conoscenza". Gelo istituzionale da parte dell'Italia, forse per via di alcune dichiarazioni del presidente argentino.


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La visita a Meloni

Attacco alle sinistre

In un'intervista a Nicola Porro, su Rete4, Milei prima ha bollato lo Stato come "il nemico, un'associazione criminale". Poi si è autodefinito "un anarcocapitalista" dicendo che per lui il comunismo è "una malattia dell'anima". "Originariamente - ha spiegato il leader argentino a Porro - pensavo che fosse un problema mentale", perché "il socialismo puro è stato sconfitto dalla teoria economica. Ma poi mi sono reso conto che era qualcosa di molto peggio, che era una malattia dell'anima. Quando il socialismo è stato applicato bene, hanno assassinato più di 6 milioni di esseri umani". "I comunisti non esistono più", lo ha corretto Porro. Ma il presidente ha replicato: "Ah, non esistono? Vi sono molti socialisti, che a lungo termine vogliono arrivare a questo. Sono comunisti vigliacchi".

Tuttavia, il suo obiettivo principale sembra che l'abbia conseguito: rientrare a Buenos Aires avendo incassato il disgelo con la Santa Sede. Dopo anni segnati da relazioni a dir poco turbolente - Milei arrivò a definire Bergoglio "il demonio in terra" - tra i due sembra essere faticosamente tornato il dialogo, malgrado le distanze.


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L’abbraccio tra i due argentini dopo le accuse di Milei

Al termine di un colloquio di oltre un'ora, l'inquilino della Casa Rosada ha fatto autocritica, spendendo parole al miele per il Santo Padre: "Ho capito in questi ultimi tempi che il Papa è la persona più importante di tutta l'Argentina, è il leader dei cattolici nel mondo. Di conseguenza ho dovuto riconsiderare alcune posizioni e, a partire da quel momento, abbiamo iniziato a costruire un legame positivo".

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