Estero

Oltre 2120 anni di carcere a 207 imputati

Si è concluso il processo più importante contro la ’ndrangheta mai celebrato in Calabria. L’ex deputato di Forza Italia Pittelli condannato a 11 anni.

La lettura della sentenza
(Keystone)
20 novembre 2023
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Lamezia Terme – Dopo due anni e dieci mesi di udienze si è concluso il processo più importante contro la ‘ndrangheta mai celebrato in Calabria. Il maxi "Rinascita Scott" è stato istruito dalla Dda di Catanzaro contro la pervasiva e potente ’ndrangheta della provincia di Vibo Valentia al vertice della quale si pone la famiglia Mancuso di Limbadi. Un procedimento che ha preso piede con l'operazione portata a termine dai carabinieri il 19 dicembre 2019 con l'arresto di 334 persone.

Per contenere un processo così imponente è stata creata a Lamezia Terme, per volere dell'allora procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, l'aula bunker più grande d'Europa, lunga 103 metri, larga 35, capace di contenere più di mille persone. Un processo importante in termini di numeri (338 imputati nel solo troncone ordinario) ma anche in termini di accuse contestate e imputati coinvolti. L'accusa ha retto in questo primo grado di giudizio che vede 207 condanne con pene dai 30 anni ai 10 mesi di reclusione. Oltre 2120 sono gli anni di carcere che il Tribunale di Vibo Valentia, presieduto da Brigida Cavasino con Claudia Caputo e Germana Radice a latere, dopo 36 giorni di camera di consiglio, ha comminato agli imputati. La Dda, di anni, ne aveva chiesti 4.744 nei confronti di 322 imputati.

Tra le condanne "eccellenti" c‘è quella a 11 anni emessa nei confronti dell'avvocato catanzarese Giancarlo Pittelli, noto penalista già parlamentare di Forza Italia. A lui si contesta il concorso esterno in associazione mafiosa per avere agevolato, grazie alla propria rete di conoscenze, le cosche Mancuso di Limbadi e Fiarè-Razionale-Gasparro di San Gregorio D'Ippona. Le giudici hanno condannato Pittelli per il concorso esterno e due casi di rivelazione di segreto d'ufficio. Assolto per un caso di abuso d'ufficio. Contro questa decisione si sono scagliati i difensori di Pittelli, gli avvocati Salvatore Staiano, Guido Contestabile e Giandomenico Caiazza. Assenti alla lettura del dispositivo hanno inviato una nota nella quale rimarcano come "questa condanna fosse ad ogni costo indispensabile per salvare la credibilità della intera operazione investigativa Rinascita Scott".

Condannati anche l'ex finanziere della Dia Michele Marinaro, accusato di concorso esterno e rivelazione di segreto d'ufficio (10 anni e 6 mesi) e il tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli (2 anni e 6 mesi) accusato di rivelazione di segreti d'ufficio. Per quanto riguarda i colletti bianchi, è stato assolto dall'accusa di associazione mafiosa Pietro Giamborino, ex consigliere regionale considerato dall'accusa appartenente al locale di Piscopio (quartiere di Vibo Valentia). Giamborino è stato condannato a 1 anno e 6 mesi per traffico di influenze illecite. Assolto anche l'ex assessore regionale Luigi Incarnato, componente la direzione nazionale del Psi, dall'accusa di traffico di influenze illecite. Mentre è stato assolto dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, abuso d'ufficio e violazione delle leggi elettorali l'ex sindaco di Pizzo ed ex presidente dell'Anci Gianluca Callipo.

Decapitati i vertici della ’ndrangheta vibonese con le condanne di Saverio Razionale, boss di San Gregirio D'Ippona (30 anni), Domenico Bonavota, boss di Sant'Onofrio (30). Condannati anche l'ex latitante Pasquale Bonavota (28), arrestato nei mesi scorsi a Genova, Paolino Lo Bianco (30 anni), Antonio Macrì (20 anni e 10 mesi), Salvatore Morelli (28 anni e 4 mesi), Rosario Pugliese (28 anni) e Antonio Vacatello (30 anni). Presente alla lettura della sentenza insieme ai pm Antonio De Bernardo e Annamaria Frustaci, il procuratore facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla ha definito la 'ndrangheta vibonese "radicata, diffusa, allarmante, inquietante".