Estero

‘Il governo sta portando il Paese a sbattere’

Prima delle cinque giornate di sciopero in Italia: in 60mila in piazza a Roma. Grande successo per i sindacati, mentre per Salvini: ‘Esigua minoranza’

(Keystone)
17 novembre 2023
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Roma – Per i sindacati è stato un successo lo sciopero indetto oggi per cambiare la manovra e le politiche economiche e sociali del governo: adesione al 70% e 60mila in piazza soltanto a Roma per il comizio indetto da Cgil e Uil. Lavoratori e studenti hanno sfilato anche in diverse altre città: Firenze, Perugia, Ancona, Campobasso. Lo sciopero ha riguardato per 4 ore i trasporti e per 8 ore il pubblico impiego, la scuola, la sanità e le poste, nonché altre categorie dai metalmeccanici agli edili.

“Il governo sta portando il Paese a sbattere e noi non lo permetteremo”, ha incalzato il numero uno della Cgil, Maurizio Landini. “Questa piazza è una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale”, ha attaccato a sua volta il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Sul palco i due leader sindacali hanno assicurato che andranno avanti finché il governo non li avrà ascoltati e non avranno ottenuto risultati.

Meloni: ‘Lanciato quando la manovra non l'avevo neanche pensata’

Dal canto suo il vicepremier Matteo Salvini ha sostenuto che solo una “esigua minoranza” ha scioperato e ha rivendicato con orgoglio il fatto che milioni di italiani si siano mossi “liberamente perché il diritto allo sciopero di una minoranza non può ledere il diritto al lavoro della maggioranza”, riferendosi alla precettazione da lui imposta sui trasporti. Maggioranza che per i sindacati era invece rappresentata in quelle piazze. E pure sulle ragioni della mobilitazione è stato botta e risposta.

Lo sciopero “è stato lanciato in estate, quando io la manovra non l’avevo neanche pensata”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ma per i sindacati è il merito sbagliato: Landini ha parlato di “porcherie” contenute nella legge di Bilancio e chiesto al governo di smettere di fare “cavolate”. Bombardieri ha poi evidenziato il peggioramento delle pensioni e l’assenza di risposte sulla sicurezza sul lavoro, passando per il fisco e il no ai condoni. Contro la precettazione è stato confermato il ricorso e chiesto di non mettere mano alla Costituzione, perché “va applicata e non cambiata”.

La mobilitazione proseguirà con gli scioperi e le manifestazioni della Sicilia il 20 novembre, delle regioni del Nord il 24, della Sardegna il 27 e delle regioni del Sud il primo dicembre. Sempre sotto lo slogan “Adesso basta”.

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