la guerra in ucraina

Kiev: non c’entriamo col sabotaggio del Nord Stream

La procura tedesca ora indaga su un’imbarcazione sospetta

Gli effetti del sabotaggio (Keystone)

La smentita di Kiev è categorica e arriva in risposta a una domanda diretta: "Non c’entriamo nulla con l’operazione di sabotaggio ai danni dei gasdotti Nord Stream, sarebbe un bel complimento per i nostri servizi speciali ma quando si concluderanno le indagini si vedrà che l’Ucraina non ha nulla a che fare con tutto ciò", ha assicurato il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov dopo lo scoop del New York Times secondo il quale l’attacco sarebbe stato compiuto da un non meglio precisato "gruppo pro-ucraino".

Tutto ancora da verificare, ma si rischia l’allungarsi di un’ombra sinistra sull’episodio mai del tutto archiviato e in un momento molto delicato sul piano militare per l’Ucraina. Il motivo che rende la vicenda rilevante è che se qualcosa del genere dovesse essere confermato - e soprattutto se il governo Zelensky fosse in qualche modo coinvolto - un impatto sulla coalizione pro-ucraina sarebbe altamente probabile, con ognuno dei Paesi che vi fanno parte che deve, dopo un anno di guerra, rispondere anche alle rispettive opinioni pubbliche.

La barca

Per questo allora si maneggia adesso con particolare cura il primo possibile tassello per ricostruire l’accaduto che giunge dalla Germania: nel corso delle indagini sulle esplosioni dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, la Procura federale generale tedesca ha affermato di aver individuato un’imbarcazione sospetta e di averla fatta perquisire lo scorso gennaio. Un’imbarcazione che potrebbe essere stata utilizzata per trasportare gli esplosivi, si spiega, anche se non sono stati comunicati ulteriori dettagli su possibili autori o moventi.

Il governo frena

La ministra degli Esteri Annalena Baerbock ha esortato ad aspettare i risultati delle indagini e non correre a conclusioni in base a indicazioni di stampa. Prima di lei già il collega della Difesa Boris Pistorius aveva invitato ad attendere i risultati delle indagini, sottolineando che l’attacco potrebbe essere anche stato un’operazione sotto falsa bandiera per addossare la colpa a gruppi filo-ucraini.

L’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell, da parte sua, ha invitato a "non avere mai paura della verità, qualunque essa sia. Ma al momento stiamo parlando di speculazioni e fino a che le indagini non saranno concluse non possiamo trarre conclusioni: stiamo parlando di cose veramente serie".

La Russa chiede lumi

Mosca, che si è sempre professata estranea al sabotaggio dello scorso anno e che anzi chiede con insistenza un’indagine internazionale, punta il dito dritto contro Londra e Washington: "Non sarei sorpresa se, dopo una presunta inchiesta, gli occidentali e i loro giornali stabilissero che il Nord Stream è stato distrutto da un delfino-attentatore fuggito dalla Crimea in Ucraina", ha ironizzato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Washington e Londra, ha aggiunto sul suo canale Telegram, stanno solo "utilizzando indiscrezioni controllate" per sostenere i loro interessi. "Mi chiedo chi autorizza tali indiscrezioni. E la risposta è che sono coloro che non vogliono condurre un’inchiesta legale e vogliono invece distogliere l’attenzione del pubblico dai fatti in ogni modo possibile".

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