Estero

Vodka taroccata, maxisequestro in due aziende italiane

Rinvenute oltre ottomila bottiglie in due aziende del Trevigiano. Tracciata la vendita di altre 21mila a numerosi commercianti di altre regioni

Vera o non vera?
(Depositphotos)
26 febbraio 2023
|

Anche la vodka finisce nel paniere delle merci contraffatte. Negli scorsi giorni le Fiamme gialle del Comando provinciale di Treviso hanno infatti sequestrato 8’092 bottiglie di vodka con marchi contraffatti di due aziende, in diverse località del territorio italiano. Il sequestro principale è avvenuto nel Trevigiano e, come fanno sapere le Fiamme gialle stesse, è emerso che gli alcolici erano stati venduti anche ad altri operatori economici in tutta Italia: sono così scattati ulteriori sequestri nelle province di Vicenza, Cremona, Pesaro, Napoli, Salerno, Campobasso, Crotone, Cosenza, Reggio Calabria e Palermo.

Attraverso una serie di perquisizioni e sequestri nelle province di Milano, Torino e Roma, i finanzieri del Gruppo di Treviso hanno poi tracciato la vendita di altre 21’466 bottiglie di vodka a numerosi commercianti di diverse regioni, nei confronti dei quali sono ancora in corso approfondimenti con l’obiettivo di sottrarre dal mercato i prodotti contraffatti ancora disponibili per la vendita per un giro d’affari complessivo stimato in oltre un milione di euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Treviso, che procede per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione, hanno avuto origine da una segnalazione dell’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode, arrivata tramite il II Reparto del Comando Generale della Guardia di finanza.

Sono così scattati immediatamente i controlli dei finanzieri trevigiani che, grazie alla collaborazione degli uffici legali delle due aziende produttrici, vittime della contraffazione, hanno verificato la falsificazione dei contrassegni sulle etichette delle bottiglie e ricostruito l’intera filiera commerciale della vodka contraffatta, prodotta in Georgia e venduta da un’azienda rumena ad alcuni importatori con sede a Milano e Torino, che l’hanno introdotta in Italia tramite un deposito fiscale olandese.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE