Estero

Zelensky da Biden per rinsaldare l’alleanza

Gli Usa confermano l’appoggio al presidente ucraino. Previsti altri 45 miliardi di aiuti. Biden: ‘Vogliamo una pace giusta’

(Keystone)
21 dicembre 2022
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Volodymyr Zelensky arriva a Washington. La prima visita del presidente ucraino all’estero in quasi un anno di guerra segna l’inizio di una nuova fase del conflitto contro la Russia e rinsalda l’alleanza con gli Stati Uniti, con Joe Biden che annuncia un nuovo pacchetto di armi da quasi due miliardi di dollari, inclusi i Patriot, e assicura il sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario, mentre il Cremlino reagisce con stizza avvertendo che non ci sarà alcun progresso sui colloqui di pace.

"Gli Usa vogliono una pace giusta per l’Ucraina", ha dichiarato Biden nei primi minuti del suo incontro con Zelensky dopo averlo accolto con un affettuoso abbraccio, accompagnato dalla moglie Jill al suo arrivo alla Casa Bianca. Una visita storica, tenuta segreta fino all’ultimo momento utile. "Continueremo a rafforzare la capacità dell’Ucraina di difendersi soprattutto per quanto riguarda i sistemi anti-aerei", ha sottolineato Biden al leader ucraino che onora definendolo "l’uomo dell’anno negli Usa".

Niente supermissili

Tra gli aiuti non ci saranno, però, gli agognati Atacms, i supermissili a lungo raggio in grado di colpire fino a 300 chilometri quindi potenzialmente anche in territorio russo, ma sistemi avanzati in grado di frenare i continui attacchi di Mosca sulle infrastrutture strategiche del Paese.

Zelensky, che ha chiarito che "la guerra non è finita", ha ringraziato Biden per l’aiuto "dal profondo del cuore". "Sono qui per continuare la cooperazione per avvicinare la nostra vittoria. Il prossimo anno dovremo restituire la bandiera ucraina e la libertà al nostro popolo", è l’impegno del leader ucraino.

L’assistenza degli Usa non si limita alle armi. Nel budget federale da 1.700 miliardi di dollari che deve essere approvato dal Congresso entro venerdì sono previsti anche 45 miliardi di aiuti all’Ucraina, superiori alla richiesta di 37 miliardi di dollari presentata da Biden. Finora, in aiuti militari, economici e umanitari, gli Usa hanno già fornito a Kiev circa 68 miliardi di dollari di finanziamenti. Il presidente si rivolgerà ora anche a Capitol Hill.

Putin a muso duro

Intanto Vladimir Putin non sta a guardare e promette di rafforzare l’esercito, migliorare la "prontezza al combattimento" delle forze nucleari, aumentare del 30% il numero degli effettivi e realizzare due nuove basi navali nelle aree occupate del sud-est dell’Ucraina. Il presidente russo lo ha dichiarato nel corso di un vertice con le forze armate, ammettendo però che il suo esercito ha incontrato delle difficoltà: "la mobilitazione parziale ha rivelato alcuni problemi" che "dovrebbero essere prontamente risolti". Putin ha anche detto che "le operazioni di combattimento" hanno fatto emergere dei punti su cui "lavorare", ma il suo intervento davanti alle telecamere non era certo incentrato sui problemi del suo esercito, che negli ultimi mesi ha perso terreno in Ucraina. Il presidente russo ha semmai posto l’accento sulle nuove armi che – a suo dire – saranno presto dispiegate dalle sue forze armate: "All’inizio di gennaio, la fregata Ammiraglio Gorshkov sarà equipaggiata con il nuovo missile ipersonico Zircon", ha detto Putin, aggiungendo che, "a breve, i missili balistici intercontinentali Sarmat assumeranno per la prima volta l’allerta di combattimento". Si tratta di alcune armi che Putin aveva annunciato quattro anni fa presentandole come capaci di penetrare qualsiasi difesa antimissilistica e di rendere quindi "inefficaci" gli "scudi" americani. "Non abbiamo limiti ai finanziamenti. Il Paese e il governo stanno dando tutto quello che chiede l’esercito, tutto", ha proseguito il presidente russo, secondo il quale "le capacità di combattimento delle forze armate" di Mosca starebbero "aumentando costantemente".

Putin torna insomma a flettere i muscoli, mentre in Ucraina si continua a combattere e a morire. Se ad agosto il Cremlino aveva ordinato di aumentare gli effettivi delle forze armate russe da un milione a 1.150.000 militari, oggi il ministro della Difesa, Sergey Shoigu, ha rilanciato proponendo che gli effettivi salgano addirittura a 1 milione e mezzo e di far slittare l’età dei richiamabili per il servizio militare dalla fascia 18-27 anni a quella 21-30 anni. Putin ha approvato le proposte di Shoigu.