In quasi dieci anni, sono invece 25mila le persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo
Domani, Giornata Nazionale della Memoria e dell’Accoglienza, ricorre il 9° anniversario del tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa nel 2013 che provocò la morte di 368 persone, tra cui 83 donne e 9 bambini.
Da quel tragico incidente ad oggi, quasi 25mila migranti e rifugiati hanno perso la vita nel Mediterraneo, quasi 20mila dei quali lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Solo nel 2022, sono già 1’400 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Di queste, l’84% sulla rotta del Mediterraneo centrale che si conferma come una delle più attive e pericolose a livello globale.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), l’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), e il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef) sono presenti oggi a Lampedusa con il Comitato 3 Ottobre, le organizzazioni della società civile, i rappresentanti delle istituzioni governative locali, nazionali ed europee per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita nel tentativo disperato di trovare sicurezza e protezione in Europa. Le organizzazioni hanno inoltre aderito alle attività organizzate dal Comitato 3 Ottobre nell’ambito del progetto Welcome Europe, con l’obiettivo di promuovere nelle giovani generazioni italiane ed europee una cultura di solidarietà, accoglienza e dialogo, fondata sul rispetto dei diritti umani e dell’imperativo umanitario e giuridico di salvare vite in mare. Gli ultimi naufragi nel Mediterraneo ci ricordano, infatti, quanto sia necessario rafforzare la capacità di ricerca e soccorso a livello regionale.