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‘Z’ come... Zelensky: il mistero dei simboli sui tank russi

Cosa si cela dietro ai simboli comparsi su fiancate e posteriore dei veicoli militari pochi giorni prima dell’invasione in Ucraina?

Segni distintivi
(Keystone)
7 marzo 2022
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Zeta come… Ovest. Forse. È una delle spiegazioni possibili per le quelle ‘Z’ distintive dipinte sulle fiancate dei carri armati russi e immortalate dalle immagini che hanno fatto il giro del mondo quando, all’alba del 24 febbraio, hanno dato inizio all’invasione dell’Ucraina. Ma una spiegazione, ‘scientifica’ o ufficiale che sia, ovviamente non c’è, perché di tattica militare pur sempre si tratta, e dunque coperta dallo specifico segreto.

Spazio allora alle possibili interpretazioni. Una tra le più plausibili, anche se non è la sola, è che la famigerata ‘Z’ altro non sia che l’iniziale di Zara, che in russo significa Ovest. E che quella lettera, notata in particolare sui mezzi militari in spostamento da Kursk e Belgorod, sia allora stata destinata alle unità con la missione di varcare il confine ucraino da est e dunque destinate a puntare a ovest per muoversi verso la capitale Kiev.

Un’altra ipotesi vorrebbe che la lettera altro non sia che l’iniziale dell’obiettivo simbolo dell’offensiva russa in Ucraina, e cioè il presidente Zelensky. A infittire il mistero è però anche il fatto che nell’alfabeto russo, così come lo conosciamo noi, il simbolo ‘Z’ non esiste. Altri carri armati coinvolti nell’offensiva, poi, oltre alla citata ‘Z’ recano sul lato e sulla loro parte posteriore pure un triangolo con due linee su entrambi i lati. Oppure ancora un cerchio con punti al suo interno, due triangoli l’uno incluso nell’altro, e forme di diamante.

Il fatto che questi simboli siano comparsi nei giorni immediatamente precedenti a quell’infausto 24 febbraio, per incomprensibili che restino ai più, un messaggio più o meno chiaro l’hanno comunque fornito: quello appunto dell’imminenza dell’inizio dell’offensiva vera e propria.

Uno ‘stratagemma’ già usato dagli americani nel Golfo

Come ‘leggerli’ allora questi simboli? Posto che la risposta certa non la si avrà probabilmente mai, ecco allora un’altra interessante chiave di lettura. Quella di un segno distintivo per evitare perdite dovute al ‘fuoco amico’, cosa che proprio all’armata russa era costata parecchie perdite nel conflitto in Georgia nel 2008. Stratagemma utilissimo soprattutto in un conflitto tra due Paesi che impiegano mezzi militari molto simili fra loro, e dunque facilmente confondibili.

Dagli errori si impara. Anche prendendo spunto da quanto fatto da altri Paesi. Come gli Stati Uniti che, nella Guerra del Golfo del 1991, sui loro mezzi militari decisero di dipingere un simbolo distintivo (nel caso specifico una ‘lambda’ nera) in modo da poter identificare subito i veicoli amici da quelli nemici.

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