Stati Uniti

Macché giorni della merla: in Florida sono quelli dell’iguana

L’ondata di gelo che ha investito gli Stati Uniti non risparmia nessuno. E dagli alberi piovono gli animali congelati. ‘Ma non sono morti’

Come sugli alberi le foglie
(Keystone)
31 gennaio 2022
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Alle nostre latitudini, quando il freddo fa battere i denti, si parla di ‘freddo cane’. In Florida, per contro, ecco il freddo... iguana. È il men che si possa dire dopo che l’anomala ondata di gelo che sta investendo in questi giorni gli Stati Uniti e che in Florida ha appunto visto diverse iguane cadere congelate dagli alberi. «Sono animali a sangue freddo: rallentano il metabolismo o si immobilizzano quando le temperature scendono tra i 4 e i 9 gradi centigradi. Possono cadere dagli alberi, ma non sono morte», rassicura il National Weather Service della Florida. Mentre il Nord-est degli Stati Uniti era sommerso da una coltre di neve e alle prese con temperature artiche che a New York hanno raggiunto i -26 gradi percepiti, anche il Sud della Florida è stato investito da un’ondata di freddo inusuale per lo Stato, con la colonnina di mercurio scesa a -4 gradi domenica mattina.

Stacey Cohen, esperta di rettili allo zoo di Palm Beach, ha spiegato il fenomeno ai media locali: «I loro corpi in pratica iniziano a spegnersi e quindi stanno sui rami a dormire, poi però perdono la capacità di aggrapparsi e cadono dagli alberi. La maggior parte dei rettili dovrebbe tuttavia sopravvivere al periodo di immobilizzazione, ma le temperature gelide sono comunque una minaccia». Già nel 2010 un’ondata di freddo aveva provocato la morte di un gran numero di esemplari.

Nativa dell’America centrale e del bacino amazzonico, l’iguana è un animale che generalmente non tollera temperature sotto i 30 gradi centigradi. Per questo gli unici esemplari sopravvissuti al grande gelo del 2010 erano stati gli esemplari che avevano trovato rifugio in luoghi caldi, come la cavità di un albero. La gelata di dodici anni fa aveva quasi estinto le iguane in Florida. Poi, fortunatamente, le temperature più miti degli anni successivi ne avevano favorito il lento ma costante ritorno.

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