Estero

Coronavirus, forte aumento dei casi nel Regno Unito

Da 41mila a 53mila in un giorno. Ospedali al limite. Negli Stati Uniti situazione ‘fuori controllo’. Nuove restrizioni al vaglio in diversi Paesi.

Record di nuovi casi in Gran Bretagna
(Keystone)
29 dicembre 2020
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Roma – La pandemia non allenta la presa, approfittando del fatto che le vaccinazioni in tutto il mondo sono appena iniziate. Negli Stati Uniti il picco è addirittura «fuori controllo», avverte il primo virologo Anthony Fauci. In Europa è la Gran Bretagna la più falcidiata dal Covid ed il governo si prepara ad un ulteriore giro di vite negli spostamenti, così come la Francia. Mentre dalla Cina arrivano rivelazioni allarmanti su quanto i contagi siano stati sottostimati a Wuhan, dove tutto è cominciato.

Nel paese più malato del pianeta, gli Stati Uniti, dove si contano oltre 19 milioni di contagiati e 335mila morti, il mese di gennaio rischia di essere di gran lunga peggiore rispetto a dicembre. Lo ha spiegato Fauci, che prenderà le redini del dossier pandemia anche nell'amministrazione Biden. Il suo timore riguarda in particolare il ritardo sulla tabella di marcia per la distribuzione dei vaccini e gli effetti legati alle festività di fine anno: «Quando si lascia un gran numero di persone che viaggia o che cena al chiuso è allora che ci si ritrova nei guai», ha sottolineato lo scienziato. E basta guardare a questo numero: quasi 1,3 milioni di americani hanno passato i controlli di sicurezza negli aeroporti domenica, il livello più alto da marzo.

A Wuhan 500mila contagi, non 50mila

Un'ulteriore conferma dell'impatto devastante del Covid è arrivato dalla Cina. A Wuhan, primo epicentro un anno fa della nuova epidemia che in breve tempo estese i propri tentacoli in tutto il mondo, i contagi potrebbero essere stati addirittura 10 volte di più rispetto a quelli registrati: 500mila, invece dei 50mila ufficiali, secondo quanto emerge da uno studio del Chinese Center for Desease Control. Su un campione di 34mila persone, il centro ha rilevato un'incidenza di presenza di anticorpi del 4,43%. Rispetto allo 0,44 delle altre città della regione di Hubei.

Secondo Yanzhong Huang, un esperto del think tank Usa Council on Foreign Relations, la sottostima delle infezioni durante l'apice dell'epidemia a Wuhan è legato in parte al caos di quel momento (ospedali sovraccarichi a gennaio e febbraio, mancanza di test e di medici), in parte all'incapacità di includere gli asintomatici nel conteggio ufficiale dei casi confermati. Ua tema, quello della sottostima dei contagi, affrontato da tanti altri paesi, ma che in Cina si è combinato con la scarsa trasparenza, perché i funzionari hanno fornito al pubblico dati più ottimistici di quelli a cui avevano accesso internamente. Il regime cinese, del resto, è stato accusato da più parti di aver nascosto troppo a lungo l'entità della minaccia al resto del mondo.

Ospedali al limite in Gran Bretagna

Tale minaccia, numeri alla mano, è ancora molto presente, a partire dall'Europa, che non riesce a liberarsi dalla morsa della seconda ondata. Anche a causa di una variante del virus individuata per la prima volta in Gran Bretagna, che viaggia più velocemente e che si è diffusa anche in altri paesi del continente (inclusa l'Italia, in Germania sarebbe stata presente già a novembre) e anche oltre (Canada, Corea, India, Pakistan). Nell'isola si sono contati oltre 53mila nuovi contagi in un giorno, 13 mila in più dell'ultimo bollettino. Siamo di nuovo «nell'occhio del ciclone», ha ammesso il capo del servizio sanitario Simon Stevens, avvertendo che gli ospedali in Inghilterra hanno raggiunto il limite. Il governo, di fronte a questa emergenza, si avvia ad un ulteriore giro di vite, allargando le aree dove è già in vigore il lockdown.

Un'ennesima stretta è alle porte anche in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha riunito un consiglio di difesa sanitario per fare il punto sulle restrizioni che erano state allentate per le feste. Preoccupa soprattutto il balzo nei contagi nella regione del Gran Est. E secondo il Consiglio scientifico nazionale la "ripresa incontrollata dell'epidemia a gennaio è probabile".

Nel resto del mondo continua a preoccupare anche l'aumento dei casi in Israele, nonostante il terzo lockdown, anche se sono già mezzo milione i vaccinati.

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