Estero

Da Losanna la speranza per Manuel Bortuzzo

La tecnica della stimolazione wireless messa a punto da ricercatori del 'Poli' e del Chuv permetterà al giovane nuotatore rimasto paraplegico di tornare a camminare?

(Keystone)
3 aprile 2019
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Arriva dalla tecnica di stimolazione elettrica del midollo spinale 'wireless' – che ha già permesso a 6 persone paraplegiche di tornare a camminare – una speranza di ripresa per Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore vittima lo scorso febbraio di un agguato a Roma che gli ha compromesso l'utilizzo degli arti inferiori. Ad ipotizzarlo all'Ansa è Grégoire Courtine, del Politecnico federale di Losanna, il cui gruppo ha ideato la tecnica, insieme a Jocelyne Bloch dell'ospedale universitario vodese (Chuv).

"È prematuro parlarne – ha detto all'agenzia stampa – ma potenzialmente potrebbe rispondere al trattamento". Courtine domani presenterà i risultati della tecnica in un convegno alla Fondazione Santa Lucia Irccs nella capitale italiana.

Nel 2018 il gruppo di ricerca svizzero, in un doppio studio su 'Nature' e 'Nature Neuroscience' pubblicato a fine ottobre, aveva annunciato i risultati della sperimentazione che, per la prima volta, aveva permesso a tre persone paraplegiche di tornare a camminare.

"Adesso – afferma Courtine – sono quindi 6 le persone paraplegiche che hanno ripreso a camminare attraverso la stimolazione wireless, che veicola impulsi di stimolazione midollare attraverso un impianto senza fili. Abbiamo dimostrato così un miglioramento della funzione neurologica in questi pazienti e ciò è sorprendente. Per 2 dei 6 pazienti, inoltre, si è registrato un miglioramento del controllo della funzionalità degli arti anche quando la stimolazione elettrica veniva spenta. Un recupero importante e impensabile – sottolinea – al quale si affianca un percorso di riabilitazione".

Il prossimo passo, spiega, sarà duplice e riguarderà sia il versante tecnologico sia quello terapeutico. Sul versante tecnologico, chiarisce, "bisognerà ulteriormente migliorare i dispositivi utilizzati, rendendo la tecnica di più facile utilizzo. Attualmente, infatti la stimolazione wireless viene effettuata posizionando un pace-maker a livello lombare nel paziente, ed un'antenna posizionata all'altezza dell'addome invia il comando per la stimolazione midollare.

Tutta l'operazione è controllata attraverso un piccolo tablet. L'obiettivo – spiega – è arrivare ad inviare il comando di stimolazione attraverso un Iphone o un Iwatch". Sul versante terapeutico, invece, "finora la tecnica è stata utilizzata su persone con lesioni spinali 'vecchie' di alcuni anni, ma i test sui topi hanno dimostrato che un utilizzo della tecnica su lesioni recenti dà risultati notevolmente migliori.

Per questo – annuncia Courtine – dal 2020 avvieremo una nuova sperimentazione su pazienti con lesioni spinali recenti, a partire dalle 4 settimane precedenti, e per i quali ci attendiamo risultati ancora migliori. Si inizierà con 20 pazienti per poi estendere il test ad un'ottantina. Inizialmente saranno coinvolti centri in Germania, Olanda e Svizzera ma, in una seconda fase, potrebbero entrare anche centri italiani come la Fondazione Santa Lucia".

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