Estero

I vestiti di Caritas finivano sulle bancarelle a Napoli

In sei persone a processo a Cagliari per truffa all'associazione benefica, abiti per i poveri in vendita al mercato

(foto Ti-Press)
2 ottobre 2018
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Tutti rinviati a giudizio. Sarà un processo a stabilire se ci sia stata una truffa ai danni della Caritas per i vestiti nuovi e usati raccolti dall'associazione e destinati ai poveri ma poi finiti in vendita nelle bancarelle di Napoli.

Il Gup del Tribunale di Cagliari, Roberto Cau, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm della Direzione distrettuale Antimafia, Guido Pani, nei confronti del referente dei servizi di approvvigionamento e logistica della Caritas Andrea Nicolotti, 57 anni di Cagliari, dei titolari della Eurofrip di Guarino a Casoria (Napoli), Giampiero Cesarini (45) e la moglie Rosa Contiello, di 45 e 42 anni, entrambi residenti in Sardegna, e dell'imprenditore Guido Afflitto, 65 anni, originario di Catanzaro, titolare della Sarda recupero tessili con sede a Monastir (Cagliari). A loro la Procura contesta, a vario titolo, l'accusa di traffico illegale di rifiuti e il concorso in truffa ai danni della Caritas.

Il processo si aprirà l'1 febbraio davanti al collegio della seconda sezione penale. L'inchiesta era partita da un esposto anonimo e affidata agli investigatori del Corpo forestale della Sardegna. Tonnellate di vestiti raccolti per la Caritas ma mai arrivati ai poveri. Sarebbero, infatti, finiti in mano a società che li vendevano nei mercati della Penisola, soprattutto in Campania, ma anche in Africa.

In caso di beneficienza, la normativa non prevede alcuna restrizione: la Caritas raccoglie gli indumenti, li seleziona e li dona ai bisognosi senza ulteriori passaggi. Ma se questi stessi indumenti vengono messi in vendita, si applicano le leggi sullo smaltimento dei rifiuti, trattandosi di abiti usati. Ed è in questa procedura che sono emerse le irregolarità contestate dalla Procura.