Estero

La Palestina all'Aja contro le colonie israeliane

La replica di Israele è stata adirata, "si tratta di un espediente cinico privo di alcuna validità legale"

Keystone
22 maggio 2018
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L’Autorità nazionale palestinese ha lanciato oggi un’offensiva diplomatica contro Israele con il suo ministro degli Esteri Riad Malki che ha chiesto alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja di avviare immediatamente un’indagine sulla "politica israeliana di colonizzazione" nei Territori.

La replica di Israele è stata adirata: "Si tratta di un espediente cinico – ha affermato il ministero degli Esteri – privo di alcuna validità legale".

"Israele – ha detto Malki alla procuratrice della Cpi Fatou Bensouda – mantiene, estende e protegge un regime di colonizzazione compiendo crimini di guerra e contro l’umanità, e anche il crimine di apartheid verso il popolo palestinese". L’urgenza delle indagini, ha aggiunto, deriva da "una minaccia costante che grava sulla vita dei palestinesi, sulla loro capacità di mantenersi e sui loro diritti nazionali".

"Ci sono prove sufficienti ed insormontabili – ha insistito Malki -: chi si è macchiato di crimini va punito". In particolare ha chiesto che sia fatta luce "sul trasferimento forzato di persone, sulle uccisioni illegali, sulle appropriazioni di terre e proprietà, sulla demolizione di case, sulla repressione del dissenso attraverso l’uccisione illegale di dimostranti pacifici, sulla politica di detenzione di massa e sul ricorso alla tortura".

In Israele l’offensiva diplomatica dell’Anp – che si è sviluppata in parallelo all’offensiva "terroristica" lanciata da Hamas con costanti confronti sulla frontiera di Gaza – ha destato indignazione. "E’ assurdo – ha esclamato un portavoce del ministero degli Esteri – che i palestinesi si rivolgano alla Cpi quando essi stessi incitano ad atti di terrorismo, mentre usano donne e bambini come scudi per i loro attacchi violenti che mettono a repentaglio la sicurezza di cittadini israeliani". Sul piano specifico, lo Stato ebraico ritiene "legalmente non valido" il "deferimento" palestinese perché la Cpi "non ha giurisdizione sul conflitto israelo-palestinese, perché Israele non è un membro di quella Corte e perché l’Autorità palestinese non è uno Stato". Israele si aspetta dunque che la Cpi respinga la richiesta dell’Anp.

Nel frattempo Israele segue con attenzione l’evolversi del ricovero a Ramallah del presidente Abu Mazen, che per giorni è stato coperto da mistero. Solo lunedì notte la tv palestinese ha mostrato le prime immagini dell’anziano leader mentre in vestaglia cammina in un corridoio dell’ospedale accompagnato dai figli. L’offensiva diplomatica contro lo Stato ebraico è solo uno dei diversi fronti su cui Abu Mazen, malgrado le incerte condizioni di salute, è impegnato.

Da mesi rifiuta qualsiasi contatto con emissari dell’amministrazione Trump, che reputa prevenuta contro i palestinesi. Da oltre un anno è anche impegnato in un duro braccio di ferro con Hamas per recuperare il controllo totale su Gaza. Con le manifestazioni sul confine di Israele, Hamas ha cercato di mostrare ai palestinesi che l’Olp attraversa una fase di declino e che solo gli islamici sanno difendere al meglio la causa nazionale.

Da parte sua, il mese scorso Abu Mazen ha accusato Hamas di seguire una linea "avventuristica ed irresponsabile". Con l’iniziativa all’Aja ha inteso in apparenza convincere i palestinesi che per ottenere successi è preferibile agire all’interno delle istituzioni internazionali.

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