Il Portogallo si è svegliato oggi in un incubo davanti alle immagini apocalittiche lasciate dietro di sé dal violento incendio che ha devastato le foreste attorno a Pedrogao Grande, 160 chilometri a nord di Lisbona, facendo almeno 57 morti, molti dei quali carbonizzati nelle auto, e 59 feriti 5 dei quali gravi.
I 700 pompieri impegnati nella lotta contro le fiamme attive ancora su quattro fronti, due ancora violenti, questa mattina hanno trovato i cadaveri di 30 persone ancora rinchiusi nelle auto distrutte dalle fiamme. Altri sono stati uccisi mentre cercavano di fuggire a piedi.
Famiglie intere sono morte così. In due auto ferme in mezzo ad una strada in un bosco sono stati trovati i cadaveri di 9 adulti e di due bambini. La polizia giudiziaria ha escluso che ci sia una mano criminale dietro a questa tragedia.
L’incendio sarebbe divampato a causa di un fulmine caduto su un albero, in mezzo ad una vegetazione secca per la mancanza di pioggia da giorni. La diffusione fulminea delle fiamme è stata propiziata dalle alte temperature, sui 40 gradi, e da venti violenti fino a 200 chilometri all’ora.
Il Papa questa mattina all’Angelus ha espresso vicinanza "al caro popolo portoghese" ed ha invitato i fedeli a pregare in silenzio per le vittime. Spagna e Francia hanno inviato mezzi aerei per aiutare il Portogallo a lottare contro le fiamme.
Quattro fronti sono ancora attivi questa mattina due dei quali definiti "molto violenti". La fitta nuvola di fumo creata dall’incendio rende però molto difficile l’intervento dei mezzi aerei.
Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha attivato il meccanismo di assistenza della protezione civile Ue. Il presidente portoghese Marcelo Rebelo da Sousa e il premier Antonio Costa sono giunti nella notte da Lisbona. "E’ la maggior tragedia con vittime umane degli ultimi tempi" ha detto Costa. La polizia giudiziaria ha iniziato le procedure per identificare le vittime.