Confine

Tangenti Lombardia, fondi neri di Caianiello in Svizzera?

Sarebbero stati dirottati oltre confine i proventi di un sistema di mazzette, nomine pilotate e finanziamenti illeciti da parte del 'burattinaio'

8 ottobre 2019
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I presunti "fondi neri" di Nino Caianiello, il cosiddetto 'burattinaio' di un sistema di mazzette, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, sarebbero stati dirottati in Svizzera. Lo ha messo a verbale Sefano Besani, avvocato che finì ai domiciliari per una presunta corruzione.

Besani ha raccontato il 25 luglio al pubblico ministero Luigi Furno che, durante un incontro a Lugano con l'imprenditore Leonida Paggiaro, quest'ultimo "mi disse che in Svizzera" c'era una persona che "deteneva il nero di Caianiello".

In particolare, Paggiaro gli avrebbe detto: "non sente nell'aria l'odore dei soldi di Caianiello?". A Furno che gli ha chiesto "di cosa pensava che vivesse Caianiello negli ultimi 8 anni", Besani ha risposto: "Pensavo che vivesse di tangenti".

Il presunto "manovratore" del sistema, che avrebbe incassato soldi ("retrocessioni") dalle persone che piazzava anche con incarichi professionali nelle società pubbliche, sta collaborando da settimane con i pubblici ministeri.

La vicenda legata a Nino Caianiello, ex responsabile di Forza Italia (FI) a Varese e presunto "burattinaio" nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) milanese su un giro di mazzette, nomine e appalti pilotati e finanziamenti, è sfociata in 43 misure cautelari, tra cui quelle per gli esponenti di FI Pietro Tatarella (ex consigliere comunale milanese di Forza Italia) e Fabio Altitonante

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