Speciale Economia

Svizzera: ritorno ai tassi bassi

Al più tardi lo scorso dicembre, quando la Banca nazionale svizzera (BNS) ha tagliato il tasso direttore di 50 punti base portandolo allo 0,5 percento, è diventato chiaro a tutti e tutte: la Svizzera si trova di nuovo in un contesto di tassi bassi, con implicazioni sia per i finanziamenti che per le prospettive di rendimento.

E potrebbe non essere finita qua. Il prossimo 20 marzo la BNS deciderà se allentare ulteriormente la politica monetaria. L’istituto centrale mette davanti a ogni cosa il rispetto del suo mandato di garante della stabilità dei prezzi, un concetto che prevede un tasso di inflazione tra lo 0 e il 2 percento. A febbraio 2025 il rincaro su base annua si attestava allo 0,3 percento, un valore leggermente al di sopra della soglia minima e in linea con le previsioni della BNS. Il valore esterno del franco gioca un ruolo importante per la stabilità poiché esso influenza i prezzi delle importazioni. Pertanto, dalla svolta dei tassi cominciata lo scorso marzo 2024 il franco è diventato – di nuovo – una base decisionale importante per la BNS, che tenta di indebolirlo tagliando i tassi, e di evitare una deflazione.

La Banca Migros si attende che nell’anno corrente la BNS porterà il tasso direttore allo 0 percento, ma non tornerà di nuovo in territorio negativo. Questa opinione è condivisa anche dai mercati finanziari, che scontano questo livello per giugno. Dunque, non ci attendiamo importanti movimenti verso il basso dei tassi ipotecari, i quali anzi da inizio anno sono leggermente aumentati a causa dell’entrata in vigore delle direttive Basilea III, che richiedono alle banche una maggiore capitalizzazione, nonché di un globale aumento dei tassi sui mercati globali. Anche i titoli di Stato della Confederazione hanno conosciuto un aumento dei rendimenti di una qualche decina di punti base, ma estendendo il discorso a tutte le obbligazioni in franchi il ritorno a un contesto di tassi bassi ne riduce notevolmente l’attrattività. Questo ha anche implicazione per le casse pensioni, che per garantire il rendimento minimo dovranno allocare una quota maggiore ad altre classi d’investimento.