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Al San Materno un esperimento fra danza, pittura e filosofia

L'artista multidisciplinare Caroline Denervaud si esibirà, sabato 25 e domenica 26 maggio, nella performance ‘Boucler la boucle’

Se il repertorio culturale è spesso limitato alla contemplazione di opere incorniciate, sorvegliate da guardiani impassibili che sembrano scrutare ogni movimento, ‘Boucler la boucle - Il cerchio si chiude’ promette, per due serate, la possibilità di scappare dall’ordinario. Il 25 e 26 maggio, il Teatro San Materno sarà il palcoscenico dove Caroline Denervaud, con la sua performance, sfida le leggi della fisica artistica e regala al pubblico un’esperienza fuori dal tempo attraverso ogni mezzo a sua disposizione, dal movimento alla musica fino al luogo.

Denervaud, che non si accontenta di eccellere in un solo campo, ma spazia in tre diverse aree, adotta un approccio all’arte che è tanto fisico quanto filosofico. Proprio come l’uroboro, il simbolo del serpente che si morde la coda, l’artista ci invita a riflettere sull’arte come un ciclo eterno di creazione, distruzione e rinascita, che ha plasmato in modo indelebile il suo percorso in continua evoluzione.

La rinascita

Partita con il sogno di danzare professionalmente, la sua carriera artistica ha avuto una violenta sterzata dopo un incidente che l’ha portata, invece che ad appendere le scarpette al chiodo, a rinascere dalle ceneri, lasciandosi guidare dalle fiamme di altre passioni. “Non potevo più danzare, così mi sono orientata verso la pittura, poi la moda, e infine l’immagine e l’emozione”. Tuttavia, la danza era il richiamo delle sirene che non poteva ignorare del tutto. “Durante il giorno dipingevo, la notte provavo a muovermi sulla carta, filmando il processo”. Poi un giorno le hanno proposto di danzare per un video musicale e ha aperto gli occhi sulla potenza del movimento come forma di comunicazione non vocale, ma sempre umana e corporea.

Quell’esperienza l’ha portata a mostrare i suoi movimenti e le tracce che questi lasciavano, prima su Instagram celata da uno pseudonimo, poi integrando sempre più la pittura nei suoi nuovi giochi d’improvvisazione. Fino a ‘Boucler la boucle - Il cerchio si chiude’, in cui la vedremo danzare, in un flusso continuo di movimento che trasforma il gesto in pennellata e la pennellata in narrazione. “Inizio sempre scegliendo il supporto e il suo formato”, spiega Denervaud svelando il retroscena della sua arte. “Scelgo anche un abito, spesso bianco o nero. Posiziono la videocamera, faccio il vuoto nella mente e sono pronta a cominciare”. Niente ispirazioni preconfezionate, solo il qui e ora, lasciando fluire ciò che emerge mentre il suo corpo divaga sulla superficie. ”È un gioco di esplorazione, sensazione, e fiducia. E poi c’è una fine quando esco dalla tela, quando il cervello vuole analizzare ciò che sta accadendo”.

Architettura vivente

L’influenza del Bauhaus sulla performance è nei vivaci colori e nelle audaci geometrie delle sue opere, ma anche nella stessa architettura del Teatro San Materno che diventa parte integrante dell’esibizione. “L’architettura del teatro e i suoi colori hanno già una grande identità visiva ed emozionale. Non voglio usare lo spazio solo come luogo di esibizione, ma come luogo di esplorazione”. Con il Teatro San Materno è stato amore a prima vista: dall’incontro avvenuto ad Ascona nel maggio 2023, ha fatto breccia nel cuore di Denervaud, in un imprinting artistico indelebile. “Questa opportunità è come un regalo per la giovane ragazza che ero, la giovane danzatrice. Inoltre, sono svizzera e non mi ero mai esibita in Svizzera: mi è sembrato ovvio che stessi chiudendo un cerchio, quello del ritorno alla scena, quello del ritorno nel mio Paese d’origine”.

Luce e ombra

Accompagnata da Derrick Belcham, durante le serate di ‘Boucler la boucle’ il pubblico sarà testimone di una proiezione all’esterno del teatro e di una performance all’interno. Belcham, il regista che cattura l’intimità del movimento di Caroline con la sua videocamera, trasforma l’esposizione-performance in un filmato che gioca con la luce e l’ombra come Rembrandt con la sua tavolozza. “Collaborare con Derrick Belcham è stata soprattutto una questione di fiducia. Sono stata toccata dalle immagini e dal modo in cui ha seguito il mio movimento. Abbiamo deciso insieme di continuare questa collaborazione sul palco”. Le proiezioni esterne, un balletto di apparizioni e sparizioni sulle facciate del teatro, ne catturano l’essenza e scompigliano la nozione di ciclo e infinito, dove ogni frammento può prendere una direzione diversa o disperdersi nel nulla.

‘Boucler la boucle - Il cerchio si chiude’ promette tutto questo, e forse anche di più. Il Teatro San Materno sarà il luogo dove la storia dell’arte continua a scriversi, non con la penna, ma con il corpo e il colore, sotto la guida di Caroline Denervaud.

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