Spettacoli

La Belle Époque di Cannes

In Concorso commuove il bel film di Nicolas Bedos con uno straordinario Daniel Auteuil e una bravissima Fanny Ardant

Fanny Ardant, Doria Tillier e Nicolas Bedos (©Keystone)
23 maggio 2019
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In una giornata di buon concorso, il Festival di Cannes trova insieme a tanti vecchi protagonisti un film che appassiona e commuove per la sua poesia e umanità: 'La Belle Époque' scritto e diretto da Nicolas Bedos con uno straordinario Daniel Auteuil e una bravissima Fanny Ardant.

Ma andiamo con ordine, in competizione c’erano due autori di nicchia, magari poco conosciuti al grande pubblico ma amati dai cinephiles di tutto il mondo: il québécois Xavier Dolan e il francesissimo Arnaud Desplechin. Il primo ha portato sulla Croisette 'Matthias et Maxime' con cui cerca di ritrovare il filo di un discorso cinematografico perso dopo il Prix du Jury qui per 'Mommy' nel 2014. Aveva cercato altre strade espressive incontrando troppe criticità insolute, eccolo allora con una storia nelle sue vecchie corde, quella di due amici, i Matthias e Maxime del titolo, di cui uno degli interpreti è proprio lui. Girando un corto i due, amici dall’infanzia si ritrovano a baciarsi. Questo sconvolge non solo la loro amicizia ma la loro vita, abituati ad avere una  delicata relazione platonico-eterosessuale sentono tutta la loro fragilità di uomini etero. Ben girato il film vive il caos dei suoi personaggi, ma non riesce, purtroppo, a mettere a fuoco bene le loro vite, che restano sfocate.
Arnaud Desplechin invece ha portato a Cannes 'Roubaix, une lumière'  ispirato a  un documentario televisivo di Mosco Levi Boucault che seguiva le operazioni della polizia locale di Roubaix, e a un fatto di cronaca del maggio 2002 che vedeva coinvolte due giovani donne amanti per l’uccisione di un anziano ucciso per impadronirsi del suo appartamento. Il film è diviso in due parti, la prima più documentaria sulle classi inferiori e meschine della Francia settentrionale contemporanea, la seconda invece diventa più un poliziesco televisivo con i continui e asfissianti interrogatori delle due donne. Il gioco del regista è insinuare un dubbio nel pubblico: sono più cattive le vittime o i colpevoli?
Un dubbio simile ma in modo più leggero emerge propri nel fantastico 'La Belle Époque': Nicolas Bedos racconta infatti in questa commedia allegramente amarognola di Victor (Daniel Auteuil) e di Marianne (Fanny Ardant), sposati da diversi decenni, anziani. Lui, disegnatore satirico per un giornale, perso il lavoro ha un po’ perso la voglia di vivere, lei è esuberante nel suo desiderio di essere amata; succede che lei trovi un amante e che sempre di più detesti il marito, fino a cacciarlo di casa. L’uomo si sente perso, ma ricorda l’invito di un amico del figlio che gli aveva offerto di vivere un sogno. Questi infatti gestisce un’attività che coinvolge molti ricchi, ricostruisce le scene della vita che avrebbero voluto vivere realizzando set e costumi adatti a ognuno, chi vuol vivere nel nazismo e essere Hitler chi al tempo di Napoleone III e delle sue feste, chi… nella fiction tutto è possibile, basta pagare.
Così Victor senza casa si trova ospite del progetto e a loro chiede di realizzare i luoghi dove nel 1974 aveva incontrato la donna della sua vita, Marianne. E allora ecco i vecchi bar parigini, e il fumo e le canzoni e i pantaloni e le auto d’epoca, e le strade con i giovani che si baciano, e nessun telefonino, e un vecchio telefono a filo, e lei, lei che entra nel solito bar, e lui la guarda e si innamora. Lei dovrebbe essere solo l’attrice, ma a lui batte il cuore, quel cuore che batte imprevisto per tutti e non è finzione, è poesia. E la moglie ora si è stancata dell’amante e ora vorrebbe di ritorno il marito, e ci provano entrambi rientrando nella finzione, e lei entra e gioca e lui la guarda, quella donna anziana per cui il cuore non può più giocare, ma là sul tavolino in fondo la giovane attrice e la poesia, già la poesia… Grande Cinema a Cannes.

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