Spettacoli

La venuta del Jedi

12 dicembre 2015
|

Manca una settimana a ‘Episodio VII’, e – riportava qualche giorno fa il ‘New York Times’ – negli Stati Uniti c’è già gente accampata fuori dai cinema per assistere alla prima del nuovo Star Wars (o Guerre Stellari, visto che nel 1977, quando il primo film arrivò nelle sale, c’era ancora l’abitudine a tradurre i titoli).

Roba che neanche a Roma per il Giubileo. E non scandalizzatevi per il parallelo religioso: quella dei Cavalieri Jedi protagonisti della saga è infatti una religione con un numero di seguaci non trascurabile. Dati del censimento 2001, in Nuova Zelanda ci sono più di 53mila seguaci, pari all’1,5 per cento della popolazione, più di buddisti e indù. Anche in Inghilterra e Galles la religione Jedi ha numericamente surclassato altre fedi tradizionali come l’ebraismo e il sikhismo, superando il 2 per cento della popolazione in alcune città (a Brighton addirittura il 2,6 per cento: vuol dire che all’ora di punta su un autobus c’è almeno un Jedi).

Non è da escludere che alcuni Jedi si trovino anche in Svizzera, tra quelle 83mila persone di “appartenenza religiosa sconosciuta”, visto che l’Ufficio federale di statistica al momento ignora questa nuova fede, nonostante i suoi seguaci sollecitino sempre più un riconoscimento pubblico. Giusto quest’anno migliaia di studenti turchi hanno chiesto l’edificazione di templi Jedi nelle università, lamentando il fatto che “il più vicino si trova a miliardi di anni luce”, in Scozia hanno chiesto di poter celebrare matrimoni secondo i riti Jedi, mentre nel 2009 in Galles il 24enne Daniel Jones fu cacciato dal supermercato nel quale lavorava perché si era rifiutato di togliersi il cappuccio, continuamente calato sul capo quale simbolo della propria fede Jedi, licenziamento seguito dalle rassicurazioni del direttore: “I Jedi sono i benvenuti nei nostri negozi, chiediamo solo loro di togliersi il cappuccio, come del resto hanno fatto anche Obi-Wan Kenobi e Yoda, senza per questo passare al Lato Oscuro”.

Certo, più che una vera e propria fede, è un modo un po’ goliardico, per non dire stupido, di protestare contro l’invadenza delle religioni. Rimane il fatto che quella per Star Wars / Guerre Stellari non è la semplice passione cinematografica, ma qualcosa di più.

Il primo film diretto da George Lucas e i due seguenti – la trinità… pardon, la trilogia originale, con ‘L’Impero colpisce ancora’ dell’80 e ‘Il ritorno dello Jedi’ dell’83 – non solo hanno rivoluzionato il mondo del cinema, ma hanno avuto un impatto culturale notevole, entrando nell’immaginario collettivo di una generazione. Tutto era perfetto, in quei film: i Cavalieri Jedi, guardiani della pace nella galassia, la Forza, definita da alcuni la versione hollywoodiana dell’élan vital bergsoniano, con il suo Lato Oscuro abbracciato da chi cede alla collera e alla paura, la colonna sonora di John Williams. E poi i protagonisti: il malvagio Darth Fener, più macchina che uomo, il giovane Luke Skywalker, la forte e determinata principessa Leila, lo spregiudicato Jan Solo, i droidi D-3BO e C1-P8…
Poi è arrivata la Nuova trilogia, che George Lucas ha sfornato a partire dal 1999 per raccontare gli antefatti dei primi film. Rovinando tutto: da guardiani della pace galattica i Jedi sono diventati soldati guerraioli, la Forza è passata da misteriosa energia che pervade l’universo a essere il prodotto di alcuni microorganismi chiamati midichlorian, il Lato Oscuro una roba da sindrome dell’abbandono risolvibile con un paio di sedute con uno psicologo. E poi i dialoghi: al posto delle iconiche battute della prima trilogia, troviamo una roba che neppure le peggiori telenovela (per dire: quando Anakin Skywalker passa al Lato Oscuro, la sua amata Padmé reagisce con un “non ti riconosco più, tu mi spezzi il cuore” che pure gli sceneggiatori di ‘Beautiful’ avrebbero cassato). L’unica cosa buona, in quei tre film, era la colonna sonora, sempre di John Williams.

Non contento, Lucas ha anche modificato, in peggio, i primi film, con “edizioni speciali” che hanno fatto infuriare ancora di più gli adepti di Guerre Stellari, con i più moderati che accusano il regista di essere un traditore, e vi lasciamo immaginare che cosa dicono i meno moderati.

Momenti bui, per la fede Jedi, che forse sono finiti: nel 2012 George Lucas ha venduto tutto alla Disney, che ha affidato un nuovo episodio della saga a J. J. Abrams, il cui titolo completo fa ben sperare ‘Il risveglio della Forza’. Il problema è che il regista e produttore statunitense ha un talento eccezionale nell’avere buone idee e mandarle in vacca, vedi la serie ‘Lost’, il malriuscito film ‘Super 8’ o l’agghiacciante riavvio di un altro classico della fantascienza, Star Trek.

I giorni che ci separano da mercoledì 16 dicembre sono un po’ come quelli precedenti il ritorno del Messia, sperando non siano anche la fine del mondo. Che la Forza sia con voi.


Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔