Società

Impennata record di emissioni di anidride carbonica nel 2016

30 ottobre 2017
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L’anidride carbonica, il principale gas serra, prodotto dalle attività dell’uomo e responsabile del riscaldamento del Pianeta, ha registrato una impennata record nel 2016. La maggiore negli ultimi trent’anni. Colpa del Nino, il periodico riscaldamento dell’Oceano Pacifico. Ma anche delle emissioni umane, soprattutto da energia e trasporti, 36 miliardi di tonnellate all’anno.

L’allarme lo lancia l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), agenzia che ha sede a Ginevra. L’anno scorso la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è passata dalle 400 parti per milione del 2015 a 403,3. Un aumento annuo di 3,3 parti per milione, il doppio dell’aumento medio annuale degli ultimi 10 anni. Una concentrazione (in valore assoluto) che non si verificava da 800’000 anni.

"E’ il maggiore incremento che abbiamo osservato nei 30 anni dalla nostra attività", ha detto Oksana Tarasova, responsabile del programma globale di controllo dell’atmosfera terrestre in seno al Wmo. "Il precedente aumento massimo risale al 1997-1998 e fu di 2,7 parti per milione, contro i 3,3 del differenziale fra 2015 e 2016. Senza dimenticare che si tratta anche di un balzo del 50% sulla media dell’ultimo decennio".

La causa immediata di questa impennata è il Nino del 2015-2016, fenomeno naturale di riscaldamento del Pacifico meridionale, che si ripete in media ogni cinque anni. In Sudamerica El Nino provoca piogge scarse e temperature elevate: la siccità riduce la fotosintesi e quindi l’assorbimento di anidride carbonica da parte delle foreste. In Africa il fenomeno non riduce le piogge, ma fa salire comunque le temperature. Le piante morte si decompongono di più e rilasciano più CO2 nell’atmosfera. Nell’Asia tropicale, la siccità e le temperature più elevate causate dal Nino fanno aumentare gli incendi, e il fumo porta enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera.

Nel complesso, i paesi interessati da questo fenomeno l’anno scorso hanno emesso 2,5 miliardi di tonnellate di CO2 in più rispetto al 2011. Questa massa di gas di origine naturale si è andata a sommare ai 36 miliardi di tonnellate prodotte dalle attività umane. Di qui l’impennata della concentrazione.

Questo nonostante le emissioni di CO2 di origine umana non crescano da un paio d’anni, grazie agli sforzi di riduzione dei governi, soprattutto della Cina. Il problema è che però l’umanità continua a produrre una massa immane di gas. Foreste e oceani non riescono a smaltirla, e questa si accumula nell’atmosfera, creando effetto serra, cioè impedendo la dispersione nello spazio del calore della superficie terrestre.

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