Scienze

Poco cibo in natura. E le vespe... banchettano presso gli umani

Il centro allergologico Aha! mette in guardia: situazione potenzialmente a rischio per gli allergici. Ma non solo per loro

Attenzione al suo veleno
(Keystone)
13 luglio 2022
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Non appena avete spacchettato il vostro panino, eccole: le vespe. Quest’anno, e in molti se ne saranno accorti, forse più fastidiose che mai. Sempre più spesso, infatti, non riuscendo a trovare cibo a sufficienza in natura, ripiegano su quanto l’essere umano ha da offrire, visto che per allevare la loro covata, le vespe necessitano di cibo ricco di proteine.

I campi sono già stati mietuti e il fieno è stato messo a dimora. Oltre a ciò, fa sapere il centro allergologico Aha!, a rendere la vita difficile alle vespe ci sta pensando il calore: afidi e bruchi, che rappresentano alcuni dei loro ‘menu’ principali durante la stagione estiva, scarseggiano.

Secondo Christian Schweizer, ricercatore di insetti di Agroscope citato in una nota di Aha!, gli insetti stanno quindi rivolgendo la loro... attenzione culinaria a cervelat, salsicce, prosciutto e simili.

A metà luglio, ad ogni buon conto, non si può ancora parlare di una cifra insolitamente elevata di vespe: secondo Schweizer, non è dunque ancora possibile dire se il 2022 sarà un anno caratterizzato da una loro abbondanza. Le vespe a strisce gialle e nere iniziano a riprodursi solo in agosto e settembre; il loro numero, tuttavia, dipende in larga misura dalle condizioni meteorologiche.

Kit di emergenza a portata di mano

Considerata però la loro maggiore propensione a ronzare in prossimità dei... banchetti umani, il centro allergologico consiglia alle persone allergiche al veleno di api e vespe di tenere sempre a portata di mano il kit di emergenza prescritto dal medico.

Subito dopo una puntura, i soggetti allergici devono assumere farmaci come antistaminici e cortisone o, se necessario, somministrare un’iniezione pre-riempita di adrenalina. E dovrebbero anche chiamare i servizi di emergenza.

Secondo il Centro Allergie, circa il 3,5% della popolazione svizzera è allergica ai veleni degli insetti. Veleni che ogni anno provocano la morte di tre o quattro persone.

Il loro veleno, tuttavia, può essere pericoloso anche per le persone non allergiche: se si viene punti in bocca, in gola o sul collo, è dunque importante chiamare subito un medico. Il gonfiore – che può essere ritardato succhiando un cubetto di ghiaccio – può infatti causare il soffocamento.

Generalmente, la puntura di un’ape o di una vespa provoca una reazione locale dolorosa; in alcuni casi può generare un gonfiore fino a dieci centimetri. Prurito e gonfiore, ad ogni buon conto dovrebbero scomparire nel giro di poche ore o giorni.

Pericolo di shock anafilattico

Per i soggetti allergici il decorso è tuttavia diverso: nel giro di pochi minuti o un’ora si manifestano prurito in tutto il corpo, orticaria, vomito e persino mancanza di respiro e palpitazioni cardiache. Ciò rischia di tradursi in calo della pressione sanguigna, perdita di coscienza, arresto respiratorio o collasso cardiocircolatorio: questa reazione – lo shock anafilattico – può perciò essere pericolosa per la vita.

Esiste una terapia per le allergie al veleno degli insetti sotto forma di desensibilizzazione. Nel caso dell’allergia al veleno di vespa, la terapia garantisce una protezione nel 95% dei casi dopo tre-cinque anni. Nel caso del veleno d’api, il tasso di successo è dell’85%.

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