Scienze

ExoMars risponde: prossima fermata il Pianeta rosso alla ricerca di vita

Il momento del distacco dall'ultimo stadio del razzo russo Proton avvenuto ieri sera
15 marzo 2016
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Lancio perfetto e comunicazione riuscita: il centro di controllo di ExoMars ha stabilito ieri in serata il contatto con le due sonde europee messe in orbita in mattinata da un razzo russo Proton. Ciò significa che tutto procede come previsto e che per l'Europa, Svizzera inclusa, la prossima fermata è il Pianeta rosso. Missione: cercare la vita.

Dai tempi in cui scatenava la fantasia, con gli immaginari canali costruiti da civiltà aliene, Marte non ha mai perduto il suo fascino e oggi continua a far sognare. Vicino di casa della Terra, il quarto pianeta del Sistema solare è il corpo celeste vicino a noi con le maggiori probabilità di ospitale forme di vita extraterrestri.

Dei due veicoli lanciati ieri dalla base russa di Baikonur, nel Kazakhstan, quello che dovrà posarsi sul pianeta rosso è dedicato all’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, cui si deve la prima mappa completa di Marte. La partenza della missione è stata un regalo per il suo compleanno: l’astronomo era nato il 14 marzo 1835. Ieri, 181 anni fa. 

Alle 10:31 il vettore Proton ha acceso i motori e, con un suono cupo e imponente, ha bucato le nubi che sovrastavano la rampa di lancio. A circa 11 ore dal lancio, alle 21,15 di ieri, la sonda, stretta al suo lander, si è separata dallo stadio superiore del lanciatore e alle 22,29 il segnale della sonda è stato acquisito dalla base dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) in Kenya, a Malindi: ciò significa che il "treno per Marte" sta bene e si trova nella giusta traiettoria che tra sei mesi lo porterà nei pressi della sua destinazione. L'arrivo è previsto per il prossimo 16 ottobre, quando il modulo Schiaparelli si sgancerà per scendere sul pianeta, il 19 ottobre. 

Nata dalla collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’agenzia spaziale russa Roscosmos, la missione ExoMars pende il nome proprio dal suo obiettivo: il suffisso "Exo" si riferisce all’esobiologia (exobiology in inglese), ossia alla disciplina che studia forme di vita su altri pianeti, in questo caso su Marte. È un’impresa affascinante dal costo di 1,3 miliardi. La Svizzera è coinvolta grazie alla fotocamera a colori CaSsis (Colour and Stereo Surface Imaging System). Un team, diretto da Nicolas Thomas dell’Università di Berna, ha sviluppato il macchinario in grado di distinguere con precisione gli oggetti di grandezza pari ad un’automobile da una distanza di 100 chilometri.

«Non c’è posto migliore nel Sistema solare in cui andare a cercare qualcosa di simile alla vita», ha spiegato ieri il direttore generale dell’Esa, Jan Woerner. «Questa missione riesce a conciliare tutti gli aspetti più importanti di una missione spaziale: dalla scienza alla tecnologia, alla cooperazione», ha aggiunto. «Sappiamo ancora molto poco sul perché esiste la vita sulla Terra e da dove viene. Stiamo cercando la vita dappertutto», ha rilevato il presidente dell’Asi, Roberto Battiston, riferendosi a Marte ma anche alle osservazioni dei pianeti esterni al Sistema solare.

È un’avventura appena agli inizi e, per quello che riguarda Marte, la missione ExoMars prevede due fasi: quella partita ieri è la prima e porta sul Pianeta rosso sia la sonda Tgo (Trace Gas Orbiter), che resterà nell’orbita marziana per sette anni raccogliendo dati scientifici e permettendo le comunicazioni sulla Terra, sia il lander Edm (Entry, Descent and Landing Demonstrator) il veicolo che dimostrerà la capacità dell’Europa di posarsi sul suolo di Marte.

La seconda missione, prevista nel 2018, prevede invece l’arrivo su Marte di un rover equipaggiato con un trapano che perforerà il suolo fino alla profondità di due metri in cerca di tracce di vita passata oppure di eventuali forme di vita ancora presenti, riuscite a sfuggire alle temperature estreme e alle radiazioni della superficie marziana.

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