Castellinaria

Nonostante la nebbia. Nonostante Paskaljevic

Fuori concorso a Castellinaria l'ultimo film del regista e sceneggiatore serbo: un non sempre convincente dramma psicologico sui minori non accompagnati

26 novembre 2020
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È un tema difficile, quello dei minori non accompagnati. Difficile per loro, che si ritrovano in un altro Paese senza genitori o adulti di riferimento; difficile per chi, tra mille difficoltà, deve prendersi cura di loro. E per chi, sui minori non accompagnati, vuole fare un film con il rischio di banalizzare il tema, di accomodarsi sugli stereotipi o di cadere nel facile sentimentalismo da sceneggiato tv sui migranti.

A Castellinaria abbiamo – fuori concorso, disponibile su online.castellinaria.ch solo oggi giovedì 26 novembre – l’ultimo film di un grande regista, Goran Paskaljevic. Ultimo in tutti i sensi: Paskaljevic è morto lo scorso settembre, per un tumore ai polmoni. ‘Nonostante la nebbia’ è la storia di Mohammed, un bambino originario del Libano che si ritrova in Italia, in un centro di accoglienza, senza i genitori. Sono morti nel Mediterraneo, durante la traversata per raggiungere l’Europa: ma lui non lo sa, o meglio non accetta questa verità e si aggrappa alla speranza che mamma e papà si trovino in Svezia, come gli dice Samir, un altro migrante che lo ha aiutato a non annegare quando il barcone si è rovesciato. “In Sweden” come Mohammed ripete in un inglese approssimativo a Paolo (Giorgio Tirabassi) che, in una serata di nebbia, lo trova mentre aspetta chissà cosa a una fermata del bus. Preoccupato per la salute del bambino, Paolo lo porta a casa, dove lui e sua moglie Valeria (Donatella Finocchiaro) iniziano a prendersi cura di lui. Per una notte sola, è l’intenzione iniziale, ma viste le condizioni del centro di accoglienza in cui Mohammed dovrebbe tornare, Paolo e Valeria decidono di prendersi cura di lui ancora per un po’, nonostante le perplessità sia dei genitori di Valeria, sia di Luciano (Francesco Acquaroli), il fratello di Paolo con i suoi discorsi da “non possiamo accoglierli tutti”, “è meglio se tornano nel loro Paese” eccetera.

La prima mezz’ora di ‘Nonostante la nebbia’ passa liscia, fin troppo: belle, per quanto fin troppo didascaliche, le immagini iniziali, con quella nebbia sulla strada provinciale in cui camminano Mohammed e il suo amico Samir, ma sono seguite da una recitazione, soprattutto nei ruoli di comprimari, non sempre all’altezza e da personaggi convenzionali e piatti. L’uomo di buon cuore che nasconde la verità al bambino per proteggerlo, il fratello cinico e senza cuore, la crudeltà dei ragazzi che fanno proprio il fascismo che sentono dagli adulti, la chiesa aperta a parole ma chiusa nei fatti. Una superficialità sopportabile, se Paskaljevic avesse diretto il film con i toni di una fiaba moderna, ma il suo stile è più realistico e se ci aggiungiamo alcune implausibilità nella trama, iniziando proprio da un minore che si allontana indisturbato da un centro di accoglienza, si resta momentaneamente perplessi. Momentaneamente, perché, piano piano, mentre Paolo e Valeria entrano in confidenza con il piccolo Mohammed e si scontrano con i familiari, scopriamo di più: Valeria soffre di depressione per la morte del figlio che aveva più o meno l’età del piccolo profugo. Quel conflitto tra egoismo e altruismo, tra speranza per il futuro e dolore per il passato, tra salvezza della vita e condanna a perdere la propria identità non si svolge più solo tra personaggi, ma anche dentro i personaggi.‘Nonostante la nebbia’ diventa così un interessante dramma psicologico e il finale, con la fuga del piccolo Mohammed dalla messa di Natale e di nuovo quella nebbia che avvolge e nasconde, fa quasi del tutto dimenticare i punti deboli visti in precedenza.

Prima dei titoli di coda, una scritta appare sullo schermo: “Oltre 10mila bambini migranti non accompagnati sono scomparsi in Europa negli ultimi tre anni. Questa cifra riguarda i bambini dei quali si sono perse le tracce dopo la registrazione presso le autorità europee. Circa la metà di questi sono scomparsi in Italia”.

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