illustrazione

La musica e i colori di ogni storia

Partendo da ‘L’anatra, la morte e il tulipano’, proponiamo un ritratto breve di Wolf Erlbruch, visionario illustratore tedesco scomparso di recente

L’illustratore e autore di Wuppertal ha pubblicato la storia dell’anatra e della morte nel 2007
(Wolf Erlbruch)
1 gennaio 2023
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La Morte a volte sapeva leggere nel pensiero. «Quando sarai morta, anche lo stagno sparirà; almeno per te». «Ne sei certa?» chiese l’anatra stupita. «Certa come si può essere certi di qualcosa». «È consolante, quindi non dovrò rimpiangerlo, quando…». «… sarai morta» disse la Morte. Parlare della morte le riusciva facile. «Scendiamo» la pregò l’anatra dopo un po’, «sugli alberi si fanno strani pensieri».

Nel 2007 l’illustratore e autore tedesco Wolf Erlbruch dà alle stampe ‘L’anatra, la morte e il tulipano’ (tradotto dal tedesco da Viola Starnone e pubblicato in italiano da Edizioni E/O), un albo illustrato che con il candore di un’anatra bianca affronta il tema della morte. La vicenda è quella di un’anatra (appunto) che incontra la Morte (iconograficamente uno scheletro vestito): le due passano del tempo insieme e il volatile – non senza una certa angoscia curiosa – chiede come avverrà e cosa ci sarà dopo. La storia si capisce subito come va a finire. Ma non è tanto il suo epilogo a incuriosire, quanto il modo poetico di affrontare il tema della morte, spesso difficile da abbordare (soprattutto con i più piccoli). Il disegno è ridotto all’osso, tratteggiando l’essenzialità della vicenda raccontata da dialoghi in buona parte scarni: perché per dire non servono né troppe parole, né troppi ghirigori.

Il libro illustrato – la versione italiana è giunta alla quinta ristampa – è uno dei molti pubblicati da Erlbruch nel corso della sua carriera come illustratore e autore iniziata all’incirca una quarantina di anni fa. Il tedesco, considerato uno dei più importanti illustratori europei, è deceduto lo scorso 11 dicembre all’età di 74 anni.

Ma torniamo all’inizio. Wolf Erlbruch è nato nel 1948 (era il 30 giugno) a Wuppertal, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, a poche decine di chilometri da Düsseldorf, Colonia ed Essen.

Attorno ai vent’anni inizia la formazione in disegno presso la Folkwang Hochschule für Gestaltung di Essen, che porterà a termine nel 1974. Da metà anni Settanta, lavora come pubblicitario riscuotendo successo a livello internazionale. Per sette anni, dal 1990 al 1997, è professore all’Università di scienze applicate di Düsseldorf dove ha insegnato illustrazione. Il suo percorso come professore continuerà dal 1997 al 2009 all’Università di Wuppertal e dal 2009 al 2011 alla Folkwang University of Arts di Essen, dove ha insegnato illustrazione.

Circa il suo lavoro nei libri, in un’intervista aveva dichiarato: "Ogni testo ha i suoi colori e la sua musica specifici. Bisogna ascoltare attentamente, poi le immagini vengono lentamente in mente. Quando affronto un progetto è come se non avessi mai disegnato prima".

Fra tradizione e innovazione

Negli anni Ottanta, Erlbruch inizia a illustrare e in un secondo momento anche a scrivere libri per bambini. Il suo primo lavoro di illustrazione è stato pubblicato nel 1985: ‘L’aquila che non voleva volare’ con il testo di James Aggrey. Gli albi illustrati cui si dedica trattano temi importanti come il significato della vita e la morte, ma raccontano anche semplici storie come quella di ‘Chi me l’ha fatta in testa?’ (realizzata con Werner Holzwarth) che ha per protagonista una talpa. I suoi animali e le storie che li coinvolgono sono diventati veri e propri classici della letteratura per ragazzi. Fra i titoli segnaliamo ancora ‘La fabbrica delle farfalle’ (1994) con il testo della scrittrice nicaraguense Gioconda Belli, ‘La signora Meier e il merlo’ (1995), il poetico ‘Il miracolo degli orsi’ (1992), ‘La grande domanda’ (2004), ‘Un paradiso per il piccolo orso’ (2003) con lo scritto di Dolf Verroen, ‘La creazione’ (2003) scritta dall’autore belga Bart Moeyaert.

Ad attestare la sua bravura (è eufemistico) i tanti riconoscimenti attribuitigli negli anni fra i quali evidenziamo il premio speciale alla carriera del Deutscher Jugendliteraturpreis nel 2003; l’anno successivo il Bologna Ragazzi Award per la categoria fiction e ancora il premio Hans Christian Andersen nel 2006 (che è considerato il Nobel della letteratura per ragazzi). Di pochi anni fa, era il 2017, è l’Astrid Lindgren Memorial Award (la mamma di Pippi Calzelunghe). A mo’ di chiusa citiamo la motivazione della giuria che gli conferì questo premio: "Wolf Erlbruch rende le domande esistenziali accessibili ai lettori di tutte le età. Con umorismo e calore profondamente radicati negli ideali umanistici, il suo lavoro presenta l’universo alla nostra portata. È un maestro dell’arte dell’illustrazione che onora la tradizione mentre apre nuove porte creative. Wolf Erlbruch è un visionario attento e premuroso".

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