Arte

Le incidenze dei Nevercrew

Intervista a Christian Rebecchi del duo artistico ticinese che ha inaugurato un’esposizione alla Gca Gallery di Parigi

Framing machine n.2
5 maggio 2018
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Periodo parigino, per i Nevercrew: dopo aver realizzato un intervento temporaneo per Le Mur, storico sito della street art francese, il duo artistico, composto dal bellinzonese Christian Rebecchi e dal luganese Pablo Togni, espone adesso alla Gca Gallery. ‘Incidence’ è il nome dell’esposizione inaugurata ieri, venerdì 4 maggio, che resterà aperta fino al 2 giugno.

Dalla strada, “luogo naturale” della street art, a una galleria, con dipinti, sculture, quadri tridimensionali. Che cosa cambia? «Per noi non è uno shock – ci racconta Christian Rebecchi –, perché a livello tecnico abbiamo sempre disegnato, realizzato sculture eccetera». La sfida, più che altro, è riuscire a esprimersi «in un formato più piccolo» e, soprattutto, senza un contesto specifico: «Se i lavori murali sono un dialogo tra noi e il luogo, le opere per una galleria mostrano il nostro percorso in modo quasi intimo». Una questione di libertà? «Sì, anche se non parlerei di libertà perché poi sembra che quando lavoriamo sulla strada non ne abbiamo: diciamo che abbiamo quel paletto in meno che è la comunicazione col luogo». C’è poi la possibilità di approfondire, di articolare il discorso: «A noi piace considerare i lavori murali come un insieme, ma oggettivamente l’immagine è una sola, o va a vedersi i lavori precedenti o la comunicazione si ferma lì; in una esposizione possiamo invece mettere più contenuti, dire più cose».

Un paletto che è anche una opportunità e, in un certo senso, pure una responsabilità, perché un’opera di street art è lì, visibile a tutti, non è “protetta” dai muri di una galleria o di un museo. «Io dico sempre che in galleria è come parlare, mentre in strada è come urlare: tutti ti sentono, è un po’ una imposizione verso chi vive in quel luogo». Per questo, prosegue Christian Rebecchi, «quando ci interfacciamo con uno spazio pubblico le riflessioni sono tante, ci teniamo a comunicare con quel luogo, con quella cultura; mentre nel caso della galleria uno sceglie di venirci a vedere quindi possiamo lasciar perdere questa responsabilità».

Incidence

Il progetto con la Gca Gallery era iniziato un paio di anni fa, spiega sempre Christian Rebecchi: «Ci è voluto un po’ per combinare, ma siamo contenti perché abbiamo avuto modo di costruire delle cose interessanti». Il titolo dell’esposizione, ‘Incidence’, «è stato volutamente scelto perché ha più significati: è l’angolo con cui la luce colpisce un oggetto, è l’influsso, il peso di un fenomeno. Detta in poche parole è l’effetto che ogni cosa ha sulle altre cose». Come da “tradizione” dei Nevercrew, le cui opere – realizzate ormai in tutto il mondo – hanno sempre affrontato «il rapporto tra l’uomo e la natura e, più in generale, tra l’uomo e tutto quello che lo circonda». Questione «di tempo, di segni, di tracce, di punti di vista».

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