Culture

I consigli del libraio: 'Cari fanatici' di Amos Oz

28 novembre 2017
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di Luca Pascoletti

Nel libro di questa settimana troviamo un paradosso: in Cari fanatici Amos Oz riscrive, dopo più di dieci anni, il suo Contro il fanatismo aggiornandolo in base ai cambiamenti avvenuti nel frattempo. O no?
Rivediamo questi ultimi anni. Contro il fanatismo era uscito in italiano nel 2004. Da allora il mondo è cambiato (?). Allora il presidente degli Stati Uniti era George W. Bush; il nemico pubblico numero uno era l’Al Qaeda di Bin Laden; la situazione in Medio Oriente era tesissima. Oggi abbiamo Trump; il nemico è l’Isis; la situazione in Medio Oriente è tesissima.
Non avremmo mai creduto che al Ventesimo secolo sarebbe seguito l’Undicesimo...
Insomma, ne è passata di acqua sotto i ponti, ma la situazione sembra ancora la stessa. Per Amos Oz il maggiore responsabile dei problemi del mondo globalizzato è il fanatismo. Il fanatismo è la negazione, l’assenza del compromesso. Un fanatico non ascolta, monologa; un fanatico non parla: grida, è un punto esclamativo ambulante.
Eppure, direte, il fanatismo c’è sempre stato, è molto più antico dell’islam, del cristianesimo e dell’ebraismo, allora perché oggi sembra più forte?
È lo specchio di questi tempi tristi: più la situazione si complica, più le domande si fanno ardue e complicate, maggiormente aumenta la sete di risposte semplici, e più si faranno avanti coloro che vorranno fornircene, per tornaconto personale, per il potere, o per un genuino (e folle) desiderio di salvarci da noi stessi.
Ma come si cura un fanatico? La ricetta che Oz ci propone è semplice e complessa allo stesso tempo: il rimedio è il senso dell’umorismo. Chi è capace di ironia, soprattutto di autoironia, non diventerà mai un fanatico. E chi meglio del popolo ebraico ha saputo fare dell’autoironia la propria forza?
Sono contento di essere cittadino israeliano, uno Stato che comprende otto milioni e mezzo di primi ministri, otto milioni e mezzo di profeti, otto milioni e mezzo di messia...
Anche per la questione di Israele, Oz ribadisce la sua posizione: “Se non ci saranno qui, e presto, due Stati,” scrive, “allora ce ne sarà uno solo.” Ma sarà uno Stato islamico totalitario.
E poi ammonisce: “A parte la Svizzera, tutti gli Stati binazionali o multinazionali se la passano male (Belgio, Regno Unito, Spagna) o sono crollati in un bagno di sangue (Libano, Cipro, Jugoslavia, ex Unione Sovietica)." Forse ci prendiamo tutti un po’ troppo sul serio.

Cari fanatici
Di Amos Oz
Feltrinelli, 2017, 108 pagine

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