Culture

Polline, cera d'api e latte: l'arte e la natura di Wolfgang Laib al Masi

Wolfgang Laib durante l’allestimento dell’oper
(Hartmut Naegele)
1 settembre 2017
|

Materie naturali come polline, latte e cera d’api, riferimenti all’oriente, una visione dell’esperienza artistica vicina alla meditazione: è un'esperienza strana, visitare la mostra che il Museo d'arte della Svizzera italiana dedica al tedesco Wolfgang Laib le cui opere, pur essendo cariche di strati di significati e di simboli, risultano leggere.

Prendiamo l’imponente ziggurat in legno e cera d’api, il cui intenso profumo colpisce i sensi prima ancora della sua mole, o il leggero e luminoso campo di polline di pino, o ancora i disegni “bianco su bianco” che, per essere visti, costringono l’occhio a vagare sulla superficie… ma forse l’opera più rappresentativa, anche per comprendere la dimensione rituale dell’arte di Laib, è ‘Milkstone’.
La descrizione è banale: una lastra di marmo, materia privilegiata della scultura occidentale, sulla quale l’artista versa del comune latte, ottenendo un colore e una lucentezza davvero singolari.

Si accennava al rito: per evitare che il grasso del latte rovini il marmo, la lastra deve essere attentamente pulita ogni giorno e i giornalisti hanno potuto assistere alla preparazione da parte di Laib stesso che con calma ha distribuito il liquido su tutta la superficie della lastra. Non una performance, ma un vero e proprio rito di meditazione, quasi una preghiera.