Culture

Imprenditoria, comunicazione, arte: la Rinascente in mostra al m.a.x. museo di Chiasso 

Foto per catalogo natalizio lR, 1966
(Serge Libiszewski)
17 maggio 2017
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Nella cultura italiana la Rinascente è un mito. Le famiglie piccolo borghesi percorrevano, lungo il corso dei decenni, sulle Fiat 500, 600, 127, 128 ma anche 124 e forse 125, fino a centinaia di chilometri in pellegrinaggio, diretti là dove si definiva e si celebrava il modo di vivere che ti faceva italiano. Vi era la Rinascente di Torino, in via Lagrange; quella di Genova a ridosso di via XX settembre; quella di Roma sulla Piazza Fiume, a Bari in via Sparano e così a Catania eccetera.

Esiste, con questo nome, da cento anni. La storia di questa realtà è, oltre che una vicenda di costume, di consumi, di imprenditorialità e di cultura, una vicenda espressiva e grafica. Perciò il m.a.x. museo di Chiasso ci racconta in che modo questo importante soggetto è stato un centro di produzione artistica, di ricerche culturali ed espressive, di riflessione e produzione grafica.

Il famoso logo dell’azienda, composto da una “l” minuscola e da una “R” maiuscola, è stato ideato da Max Huber, al quale il museo di Chiasso è dedicato; Ahoi Kono, moglie di Huber, ha prodotto per la Rinascente deliziosi disegni; già questi due indizi ci fanno capire perché il museo ticinese possa essere apparso a Mario Piazza, ideatore della mostra, una sede affatto opportuna (fino al 24 settembre).

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