Culture

Love Story senza fine

18 agosto 2016
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“Amare significa non dover mai dire mi dispiace”, questa è una delle frasi più famose del cinema, ed è tratta da uno dei film più famosi sfornati dal cinema americano. Si tratta di “Love Story” di Arthur Hiller, un film che nel 1970 segnò la rinascita del cinema romantico e insieme fu uno de successi più clamorosi di ogni tempo, essendo costato due milioni di dollari e avendo incassato oltre 200 milioni.

Arthur Hiller morto nella notte del 17 agosto, a 92 anni, fu segnato da questo incredibile successo e allo stesso modo dei due attori principali Ryan O’Neal e Ali MacGraw, mai riuscì a liberarsene. Come la stessa Ali MacGraw ha ricordato nell’ultimo pensiero rivolto al regista: “Arthur Hiller era parte integrante di una delle più importanti esperienze della mia vita. Un uomo di notevole talento, generoso, veramente umano”.

Quella storia d’amore tratta dal bestseller di Erich Segal, impose al mondo la città di New York come città romantica, né divenne il simbolo e il tema musicale del film, firmato da Francis Lai, oltre a vincere un Oscar, né divenne la colonna sonora. Eppure non era un film che regalava felicità, certo era una storia d’amore, ma con il finale drammatico, lei muore ed è una malattia che l’uccide.

Siamo nel tempo dei figli dei fiori, del rock, del sesso come liberazione, della droga come fuga, e il film invece racconta una storia borghese. C’è il padre di lui che si oppone, ma non sono un Romeo e una Giulietta, vivono il nostro tempo, le nostre paure quando amiamo, la nostra paura che un caro ci sia strappato dalla morte. Soprattutto vivono la voglia di un amore vero per cui valga la pena vivere, quell’amore che tutti cerchiamo. Per questo il film è senza tempo.

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